Crisi Governo Letta, oggi la salita al Colle; ribaltone di Renzi e scenari futuri
All’inizio fu la volta di Bersani, il cui esecutivo non è mai decollato per mancanza di numeri, poi venne Enrico Letta e ora troviamo Matteo Renzi. Tra poche ore potrebbe nascere il terzo governo italiano in meno di un anno. Matteo Renzi è riuscito nell’intento di far dimettere Enrico Letta e di prendere il suo posto a Palazzo Chigi. Resta da capire come si arriverà al nuovo governo: ribaltone interno o crisi parlamentare? E quale sarà la maggioranza che sosterrà l’esecutivo guidato dal 39enne sindaco di Firenze?
IL RIBALTONE DI RENZI – “Serve un governo con obiettivo 2018 (la fine della legislatura Enrico Letta, ndr) che faccia riforme e che dia un rilancio radicale al Paese”. Sono queste le parole con cui Matteo Renzi, alla direzione del Pd, ha sancito ufficialmente la fine del governo Letta.
– Alla direzione del Pd, nonostante l’opposizione di una piccola minoranza di partecipanti che hanno deciso di lasciare l’aula, sono stati 136 i votanti che si sono espressi favorevolmente al fianco del sindaco di Firenze; solamente 16 i no e 2 gli astenuti.
– E’ questa la pronta risposta di Matteo Renzi ad Enrico Letta, che ha preferito non essere presente alla direzione per evitare imbarazzi interni, che mercoledì pomeriggio aveva presentato “Impegno Italia”, un dossier di quasi 70 pagine in cui c’era la proposta di coalizione tra i partiti che sostenevano l’ormai ex governo.
LA NOTA DI PALAZZO CHIGI – Arriva nel tardo pomeriggio di ieri, giovedì 13 febbraio 2014, la nota di Palazzo Chigi che ufficializza che Enrico Letta salirà al Quirinale per rassegnare le dimissioni da presidente del Consiglio dei Ministri.
– L’ormai ex premier italiano ha poi voluto ringraziare il sostegno che gli italiani hanno saputo dare al suo esecutivo; un sostegno franco arrivato soprattutto dai cittadini. Diverse, invece, sono state le crisi politiche che ha dovuto affrontare. Dalla separazione del Pdl alla decadenza di Berlusconi, dall’ascesa di Renzi alla segreteria del Pd fino al ribaltone interno.
LETTA: QUASI 300 GIORNI A PALAZZO CHIGI – Era il 24 aprile del 2013 quando Giorgio Napolitano, vista l’impossibilità di Pierluigi Bersani di formare un governo a seguito dell’incertezza uscita dalla tornata elettorale, dava ad Enrico Letta l’incarico di formare un governo di larghe intese.
– L’appoggio all’ex democristiano fu totale. Pd, Scelta Civica e Pdl a braccetto come già successo per un anno e mezzo con l’esecutivo Monti. Assieme per fare le riforme strutturali di cui l’Italia aveva bisogno; uniti per garantire al Paese quella stabilità politica che tanto piace ai mercati finanziari.
– Dopo cinque giorni Enrico Letta ottenne la fiducia alla Camera dei deputati (453 voti favorevoli, 153 contrari e 17 astenuti) ed al Senato (233 favorevoli, 59 contrari e 18 astenuti). Nasceva così il sessantaduesimo governo della Repubblica Italiana.
– L’esecutivo parte subito forte. Letta vola dalla Merkel e da Hollande, poi indice un vertice con Von Rompuy e Barroso; a metà maggio decide di sospendere la rata dell’Imu di giugno, un argomento che lo pedinerà fino a pochi giorni fa. Nelle settimane seguenti deve affrontare altre questioni economiche, come l’aumento dell’Iva e l’approvazione della Finanziaria.
– Nel mezzo anche tante crisi politiche. Si inizia a fine settembre con la decisione di molti ministri del Pdl di dimettersi; c’è poi la vicenda della decadenza di Berlusconi e la spaccatura del centro-destra con il Cavaliere che ritorna a Forza Italia ed Alfano che lancia il Nuovo Centro Destra.
– Dicembre 2013 è il mese delle primarie del Pd. Matteo Renzi non le vince, le stravince. Inizia lo spauracchio peggiore per Letta, quello che giorno dopo giorno lo logora e lo fa finire sui giornali. Si apre il countdown, anche se il sindaco di Firenze giura di non voler salire a Palazzo Chigi per vie traverse.
– Idea e strategia prontamente smentita dai fatti. Il 12 febbraio 2014 Renzi annuncia di voler prendere il posto del suo compagno di partito; impossibile tornare indietro. Letta viene ufficiosamente sfiduciato dal suo stesso partito; un finale amaro per chi ci ha messo la faccia in un momento così delicato.
GOVERNO RENZI, CON CHE MAGGIORANZA? – Quando Enrico Letta sarà salito al Quirinale ed avrà presentato le sue dimissioni, la situazione sarà sicuramente più chiara. Come nascerà il governo Renzi?
– Si tratterà nuovamente di un governo di larghe intese o sarà un governo politico? E, soprattutto, chi lo sosterrà nell’uno o nell’altro caso?
– C’è parecchia confusione nell’emiciclo romano. Il Pd sembra volenteroso a marciare unito con Renzi, mentre Forza Italia dichiara di non voler partecipare all’esecutivo, ma lavora da più di un mese con il sindaco di Firenze alla nuova legge elettorale.
– Alfano (NCD) dichiara di non voler un governo politico di centro-sinistra, ma sembra possibilista su un appoggio qualora si tratti di governo di scopo. La Lega Nord si accoda, mentre Vendola (Sel) sta con Renzi, purché non ci siano formazioni di centrodestra alla maggioranza. In equilibrio Casini ed il suo centro.
LA SANA VERITA’ – In questo polverone politico, l’unica dichiarazione degna di nota e assolutamente oggettiva, nonostante venga da una delle due parti, è quella di Giovanni Toti, neo-consigliere politico di Berlusconi, che commenta così l’ascesa di Renzi a Palazzo Chigi: “Andando a Palazzo Chigi senza legittimazione popolare, Renzi non ha mantenuto la sua prima promessa”.
– Eh sì, perché è stato proprio il sindaco di Firenze, a più riprese, ad affermare nelle scorse settimane che in varie ospitate televisive affermava: “Il Governo è il Governo Letta, le riforme non devono essere a rischio, io faccio un altro mestiere. Sono mesi che tutti i giorni sui giornali leggo che Renzi vuole il posto di Letta, se io puntassi ad un’ambizione personale avrei giocato un’altra partita. Perché dobbiamo andare a guidare il governo, ma chi ce lo fa fare? Nessuno di noi ha chiesto di andare a prendere il governo”.
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Matteo Torti