Maxi frode società facchinaggio Torino, arrestati imprenditori al Caselle
La Guardia di Finanzia ha arrestato due imprenditori piemontesi all’aeroporto di Caselle. I due, ideatori di quella che, secondo le indagini del pool “Penale dell’economia” della procura di Torino, è emersa come una vera e propria organizzazione criminale, erano fuggiti lo scorso dicembre in Sud America, al fine di evitare l’arresto. A permettere alle Fiamme Gialle di localizzare i due latitanti, le foto della vacanza in Argentina e Brasile postate su Facebook. Nei confronti degli indagati, imprenditori presso una società consortile che vendeva servizi di facchinaggio, pulizie e smistamenti di corrispondenza, l’accusa è di associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale, per 21 milioni di euro.
LA TRUFFA – Al centro delle indagini sono due imprenditori torinesi, dirigenti di una società consortile, che partecipavano a gare d’appalto in servizi di facchinaggio e consegna della corrispondenza.
– In questo modo, i malviventi riuscivano ad assicurarsi gli appalti grazie ad un giro di affari di oltre 70 milioni di euro.
– In base a quanto emerso, tale giro d’affari si reggeva su mancati pagamenti dell’Iva e dei contributi Irpef da parte delle aziende facenti parte del consorzio.
– Da qui, in particolare e ancora in corso, anche l’indagine della Gdf sulle gare d’appalto per i servizi al Teatro Regio e all’aeroporto di Caselle di Torino.
UN CIRCOLO VIZIOSO – Secondo le indagini, i due imprenditori partecipavano regolarmente alle gare d’appalto, spesso utilizzando aziende inventate ad hoc: strutture “filtro” volte ad impedire di risalire sino a loro.
– Come spiegato dai finanzieri, quindi, una volta vinta la gara grazie ad illeciti precedenti, l’azienda-filtro mandava il lavoro in subappalto ad alcune cooperative, sempre diverse, con sede a Torino, Milano, Siena, Roma e in provincia di Caserta, che pur eseguendo regolarmente i lavori, non versavano l’Iva e l’Irpef.
– Tale guadagno, giunto nelle mani dei due imprenditori, veniva poi da loro incassato per rifinanziare il ciclo e per arricchimento personale.
I PRIMI ARRESTI E LA FUGA IN SUD AMERICA – Nell’autunno dello scorso anno, inoltre, l’Agenzia dell’Entrate aveva riscontrato alcune irregolarità nei bilanci delle aziende coinvolte.
– In seguito a diverse segnalazioni, il pool “Penale dell’Economia” ha aperto un fascicolo e iniziato le indagini.
– Da qui, il 17 dicembre 2013 la Guardia di Finanza ha arrestato un imprenditore e il suo commercialista, entrambi ritenuti coinvolti nella truffa.
– Impauriti dalla misura eseguita, i due torinesi sono quindi fuggiti in Sud America.
LE FOTO SU FACEBOOK – La svolta fondamentale per le indagini si è verificata durante le festività natalizie appena passate.
– Sul profilo Facebook della moglie di uno degli imprenditori, infatti, sono comparse foto di quella che più che una latitanza è sembrata una vacanza in Argentina e in Brasile.
– Balli, cene di lusso e passeggiate a cavallo sulla spiaggia hanno indicato agli investigatori tutto quanto accaduto nel periodo di fuga degli indagati.
L’ARRESTO, IL 10 GENNAIO 2014 – Grazie alle foto sul noto social-network, la sera di venerdì 10 gennaio 2014 la Guardia di Finanza ha arrestato i due imprenditori all’aeroporto Caselle di Torino, da poco rimpatriati.
– Una vacanza interrotta bruscamente per i due criminali, per cui il gip di Torino Alessandra Danieli ha emesso subito ordinanze di custodia cautelare.
– I due imprenditori, ora agli arresti domiciliari, si trovano a dover affrontare un processo per frode fiscale da 21 milioni di euro.
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Vera Prada