Scienza e Tecnologia

Ricerca e Clinica unite contro il carcinoma corticosurrenalico

L’AOU San Luigi Gonzaga di Orbassano conferma il proprio ruolo di riferimento internazionale nella ricerca sul carcinoma corticosurrenalico (ACC), un tumore raro e aggressivo della ghiandola surrenalica, grazie alla stretta integrazione tra attività clinica e scientifica portata avanti dalla struttura ospedaliero-universitaria di Medicina Interna a indirizzo endocrinologico, diretta dal professor Massimo Terzolo, anche direttore del Dipartimento di Area Medica dell’Ospedale.

La specificità del San Luigi Gonzaga di Orbassano consiste nella sinergia di un team multidisciplinare di riconosciuto valore internazionale, che coinvolge specialisti di diverse discipline: oncologi, patologi, radiologi e urologi.

Al carcinoma corticosurrenalico al San Luigi in particolare è dedicato il recentissimo progetto “Understanding the natural history of advanced adrenocortical carcinoma: the TRAMACC study”, coordinato dal professor Terzolo, che analizzerà in modo prospettico la storia naturale dell’ACC avanzato, creando una piattaforma unica di dati clinici e biologici. Il progetto sosterrà sia studi clinici sia indagini precliniche, contribuendo a definire nuovi strumenti per la gestione e la prognosi dei pazienti.

Allo stato attuale, esistono poche opzioni terapeutiche per questo tipo di tumore e la conoscenza della storia naturale dell’ACC è limitata, dato il ridotto numero di studi prospettici disponibili. Il carcinoma in stadio avanzato non si comporta sempre allo stesso modo: alcuni pazienti presentano forme meno aggressive, che potrebbero beneficiare di terapie più mirate e meno pesanti. Su questa intuizione nasce il nuovo studio che mira a migliorare la comprensione dell’evoluzione dell’ACC in fase avanzata e a definire strategie terapeutiche più efficaci e sostenibili per i pazienti.

L’obiettivo è verificare se, in questi pazienti, la monoterapia con mitotane possa essere efficace anche con dosaggi più bassi di quelli tradizionalmente utilizzati, e possa essere utilizzata senza il ricorso ad agenti citotossici classici, fornendo così una strategia di cura più semplice e tollerabile. In parallelo, il progetto introduce un uso avanzato della liquid biopsy, una tecnica che analizza tracce del tumore nel sangue per monitorare in modo semplice e preciso l’andamento della malattia.

Lo studio prevede un trial clinico che confronterà due diversi livelli di mitotane, mentre campioni di sangue prelevati nel tempo permetteranno di analizzare una serie di biomarcatori — dalle cellule tumorali circolanti agli acidi nucleici — per capire se possano predire la risposta alle cure.

I risultati attesi sono: capire meglio l’evoluzione delle forme meno aggressive di ACC; definire i livelli ottimali di mitotane; identificare biomarcatori utili per personalizzare la terapia; ridurre gli effetti collaterali, se dosaggi più bassi risultassero equivalenti.

Un progetto che punta a cambiare la gestione clinica di un tumore raro e a migliorare concretamente la qualità di vita dei pazienti.

Parallelamente, sempre nello stesso ambito, l’impegno dei giovani ricercatori del San Luigi nella ricerca endocrino-oncologica è stato recentemente valorizzato anche dalla selezione di Soraya Puglisi, ricercatrice del Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche dell’Università di Torino presso la Medicina Interna del San Luigi, alla XIV edizione di Parma Diabete, prestigioso convegno nazionale dedicato ai migliori ricercatori under 40 delle discipline diabetologiche ed endocrinologiche.

Nel suo intervento dal titolo “Una strada lunga e tortuosa: sfide cliniche e nuove prospettive nel carcinoma corticosurrenalico”, la dottoressa Puglisi ha illustrato i risultati dei suoi studi sulla caratterizzazione clinica dell’ACC, sulla ridefinizione delle strategie terapeutiche, sulla tollerabilità dei trattamenti e su un innovativo modello di monitoraggio del mitotane. Un nuovo progetto di ricerca coordinato dalla dottoressa Puglisi, dedicato a chiarire una relazione tra ACC e inquinamento ambientale è oggi in fase di revisione per la pubblicazione su una prestigiosa rivista scientifica internazionale. Lo studio suggerisce una possibile relazione tra esposizione ad agenti inquinanti e comportamento più aggressivo dell’ACC.

Curarsi con la ricerca in Piemonte

La rubrica della Regione Piemonte, in collaborazione con il DAIRI Regionale (DAIRI-R), che racconta la ricerca all’interno delle singole Aziende Sanitarie Regionali. Dopo aver raccontato l’importanza di fare ricerca e di avere Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) sul territorio al fine di migliorare sempre di più le cure e i servizi offerti, nonché il ruolo del DAIRI – R nella governance della ricerca sanitaria del Piemonte, ogni settimana verrà approfondita un’esperienza diversa, per valorizzare il lavoro svolto nelle diverse ASR e le buone pratiche che contribuiscono a costruire un sistema sanitario innovativo e fondato sull’evidenza scientifica.

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