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Intervista a Jennifer Batten, una storia tra Michael Jackson e Jeff Beck

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Photo: JD-Photography

Prosegue questa estate caldissima, ma speriamo che un po’ di musica aiuti a non pensare a questa afa. L’ospite di oggi è l’incredibile Jennifer Batten.
Chitarrista, da New York, è stata al fianco di Michael Jackson in tantissimi concerti diventati parte della sua leggendaria carriera, ma ha anche suonato al fianco di Jeff Beck mostrando ulteriormente tutta la sua bravura.
Jennifer ha voluto raccontarci un po’ della sua carriera, i progetti per il futuro e l’amore verso l’Italia. Ecco cosa ci ha raccontato:

Ciao Jennifer, come stai? Hai una estate certamente impegnativa
Molto bene. Sì, ci sono tante cose da fare finalmente!

Ci racconti nel dettaglio?
Sono stata impegnata con sei tribute band di Michael Jackson in questo periodo, poi ho avuto alcuni show da solista e infine anche cose da fare con la mia band.

Possiamo sperare di vederti presto anche qui in Italia?
Sì, quello è il progetto numero nove. Ho un agente italiano e a novembre farò alcune date in Italia. Sarà molto interessante perché sarà la prima volta che sarò in tour con un trio.
Ci sarà Niklas Turmann, che avete visto con Uli Jon Roth, al basso e alla voce e John Macaluso si occuperà della batteria. Saranno spettacoli chiaramente molto orientati sulla chitarra, ma non so ancora cosa suoneremo. Gli show inizieranno, questo posso anticiparlo, con uno spettacolo multimediale che immergerà il pubblico in vari stili musicali. Sarà molto divertente!

Sei diventata un punto di riferimento per i giovani musicisti. C’è qualche consiglio che vorresti dare a chi vuole approcciarsi al mondo della musica?
L’obiettivo deve essere migliorare sempre. Questo è l’obiettivo della vita, non dovete stare fermi in un punto, ma progredire e scoprire. Se il punto è diventare ricchi e famosi rimarrete profondamente delusi. Alla fine quello che conta è la musica.

Tornando alla tua carriera. Quanto l’esperienza con Michael Jackson continua a influenzare la tua musica?
Una delle cose principali che dovevi capire nel lavorare con Michael era il potere dell’intrattenimento. Nei suoi show la musica era solo il punto di partenza e il resto era un misto tra video, fuochi d’artificio e sorprese. Voleva sempre stupire le persone in ogni concerto. Le sue mosse di danza poi… Wow… La cosa che ho notato con tutte le tribute band è che nessuno ha l’energia di Michael nel fare tutte quelle movenze.
Tornando al punto, quando faccio un tour o un semplice concerto c’è sempre una parte multimediale. Ci sono video che accompagnano la musica e una delle cose che ho notato come questo funzioni. Le persone si muovono, seguono la storia ed è bello.

Ci racconti il primo incontro con Michael Jackson?
Questa è una di quelle cose che sono rimarranno per sempre nella mia mente. La band era insieme da un mese e lui ci aveva visto dalle registrazioni. Ci spostammo in uno studio più grande e lui arrivò con il suo manager Frank DiLeo. Frank poi era un vero personaggio con il suo sigaro e le sue movenze.
Michael era come luminoso e avvolto da una specie di aura. Sorrideva ed era una persona davvero speciale… Non credo che avremo la fortuna di vederne un altro in questa vita.

Hai suonato anche con Jeff Beck. Ci racconti cosa hai provato la prima volta sul palco con lui?
Una parte era pura ansia, anche perché ci fu un lavoro molto diverso rispetto a quello con Michael. Dovevi imparare la musica, ma anche l’uso dei sintetizzatori. Avevo due sistemi enormi da gestire!
C’era tanto da ricordare e lui cambiava poi spesso l’ordine della scaletta. Quindi tu magari eri lì che suonavi, Jeff partiva improvvisando altro e i pensieri erano: “Oddio, per questa cosa serve?”
L’esperienza è stata divertente, poi si è passati ad altro, ma è così che va la vita.

Il prossimo capitolo della tua carriera? C’è ancora un sogno che vuoi far avverare?
Dopo più di 30 anni di carriera e soprattutto concerti le compagnie aeree non sono decisamente migliorate. In molti viaggi si perdono bagagli e poi ci sono incomprensioni varie che portano ancora più stress.
Non vorrei andare in giro più di tanto ed è per questo che ho creato la mia band qui. Voglio suonare qui per eventi, feste e festival. Vorrei stare a casa di più nonostante i vari progetti che ho.
Questo è l’obiettivo, ma non credo che per i prossimi due anni succederà. Lavorerò in uno spettacolo messicano dedicato a Michael Jackson. Lo show è molto bello e soprattutto è una celebrazione della sua musica senza qualcuno che cerchi di imitarlo. Penso che vivrò un po’ in Messico nel prossimo futuro!

Tornando all’Italia, hai qualche ricordo legato al nostro Paese?
Le città sulla costa! Da quando ho un agente italiano ho avuto modo di vedere diverse parti dell’Italia. Non c’è niente di meglio dell’Italia in estate.

Ultima domanda: un saluto ai tuoi fans italiani.
Keep music alive! Andate a vedere concerti, dopo due anni i musicisti non vedono l’ora di suonare per voi.
(A.G.)

 

 

 

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