LuGRE ha comunicato dalla Luna!

LuGRE ha operato dalla Luna, captando segnali dal sistema di navigazione terrestre GNSS. Dopo quasi 24 ore dall’allunaggio del lander Blue Ghost di Firefly Aerospace, il ricevitore italiano è stato acceso quando in Italia erano le 7:10 del mattino, iniziando a scrutare il cielo lunare sopra il Mare delle Crisi.
Questa rilevazione decreta il successo completo della missione ed è solo l’ultimo di una serie di primati ottenuti da LuGRE (Lunar GNSS Receiver Experiment), progetto congiunto dell’Agenzia Spaziale Italiana e della NASA, sviluppato in Italia dall’azienda Qascom con il supporto scientifico del Politecnico di Torino.
«LuGRE è una sfida vinta, che non mi sorprende, anzi credo non ci sorprenda, è frutto della capacità di tutto il nostro settore spaziale – ha dichiarato il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Teodoro Valente – un settore, evoluto e maturo, di elevato profilo mondiale la cui expertise e competenza mostra ogni giorno i suoi frutti, a livello internazionale, in tutti i campi di questo mondo sfidante. Lugre è coronamento del nostro coinvolgimento in questo importante programma di esplorazione e permetterà, dopo il completamento della missione, di studiare i moltissimi dati raccolti in due mesi di missione per tutta la comunità scientifica per futuri sviluppi e ricerca tecnologica. I ringraziamenti vanno a tutto il team di Qascom, al Politecnico di Torino e in particolare a tutto il team di NASA, Firefly Aerospace e ASI, di cui siamo orgogliosi per il lavoro portato avanti instancabilmente per la conquista di questi primati straordinari».
Prima di poter attivare LuGRE, il lander ha dovuto completare una serie di verifiche per assicurarsi che i suoi sistemi di bordo e gli strumenti scientifici fossero operativi. Tra queste, una delle più importanti è stata la calibrazione del gimbal, il meccanismo che orienta con estrema precisione le antenne verso la Terra. Solo dopo aver garantito un corretto allineamento è stato possibile attivare LuGRE per iniziare la ricerca dei segnali GNSS.
Il primo segnale GPS G25 sulle frequenze L1 e L5, è arrivato alle 7:48. Un momento di grande entusiasmo per il team di controllo, che ha avuto la conferma che il ricevitore aveva superato l’atterraggio senza danni e stava funzionando perfettamente. Il puntamento era corretto e il sistema operava esattamente come previsto. Ma la vera svolta è arrivata pochi minuti dopo. Analizzando i primi dati ricevuti, è emerso che LuGRE aveva agganciato quattro satelliti, due del sistema GPS (G18, G25) e due del sistema Galileo (E2, E3).
Questo ha permesso di calcolare con successo la prima posizione (PVT – Position, Velocity, Time) sulla superficie lunare, utilizzando 4 satelliti nelle due frequenze equamente distribuiti tra il sistema americano GPS e il sistema europeo Galileo, due provenienti dal primo e due dal secondo.
Lunga la lista dei record raggiunti fino a oggi: LuGRE è il primo ricevitore GNSS a operare oltre l’orbita bassa, progettato per funzionare in orbita lunare e sulla superficie della Luna e il primo strumento attivo italiano sul nostro satellite. Ha acquisito per la prima volta i segnali GPS oltre i 200.000 chilometri dalla Terra e Galileo oltre l’orbita terrestre.
È stato il primo esperimento a dimostrare l’uso combinato dei segnali GPS e Galileo nello spazio lunare: mai prima d’ora questi segnali erano stati ricevuti e processati con successo a una distanza così elevata dalla Terra. Nel dettaglio, il segnale più lontano è stato acquisito a una distanza pari a circa 410.000 chilometri.
Nei prossimi 14 giorni, fino all’arrivo della notte lunare, LuGRE continuerà a operare senza interruzioni, raccogliendo dati fondamentali per il futuro della navigazione spaziale. L’unica pausa programmata avverrà a mezzogiorno lunare, quando il lander dovrà gestire la regolazione termica senza il consumo di energia da parte dei payload.
LuGRE trasmetterà dati scientifici che saranno analizzati e utilizzati per sviluppare i futuri sistemi di navigazione lunari e cis-lunari. I risultati di questa missione apriranno nuove prospettive per l’esplorazione spaziale, fornendo le basi per un sistema di posizionamento sempre più autonomo e affidabile, capace di supportare le future missioni umane e robotiche sulla Luna e oltre.