Cultura e Società

“Così è (se vi pare)”, in programma al Teatro Alfieri

La Stagione di Prosa del Teatro Alfieri di Asti, realizzata dal Comune di Asti in collaborazione con la Fondazione Piemonte dal Vivo continua sabato 20 gennaio alle 21 con “Così è (se vi pare)” di Luigi Pirandello, con Pino Micol, Milena Vukotic, Gianluca Ferrato, e con Massimo Lello, Marco Prosperini, Maria Rosaria Carli, Roberta Rosignoli, Antonio Sarasso, Giovanna Bozzolo, Walter Cerrotta, Vicky Catalano, Giulia Paoletti. Videoartist Michelangelo Bastiani, scene Roberto Crea, costumi Chiara Donato, musiche Teho Teardo, light designer Luigi Ascione, aiuto Regia Roberta Lucca, regia Geppy Gleijeses, produzione Gitiesse Artisti riuniti.

La commedia di Pirandello presenta il vano tentativo di far luce, in una città di provincia, sull’identità della moglie del nuovo segretario di Prefettura: si tratta della figlia della Signora Frola? Oppure quella donna è morta tra le macerie di un terremoto e la moglie del segretario è tutt’altra persona (com’egli sostiene)? Così è, se vi pare… ognuno di noi ha la sua verità. Geppy Gleijeses ha chiesto a uno dei più importanti videoartist di creare, in un contenitore vuoto, degli ologrammi assolutamente tridimensionali, piccole donne e piccoli uomini alti 60 centimetri, che altro non sono che i personaggi della commedia, i quali inutilmente si affannano per scoprire una verità che non esiste.

Spiega il regista: “Una volta fu chiesto a Pirandello come nacque in lui l’idea del testo. Rispose: “Un sogno: vidi in esso un cortile profondo e senza uscita, e da questa immagine paurosa nacque il “Così è (se vi pare)”. E Pirandello nello stesso anno fa pronunciare a Maurizio, ne “Il piacere dell’onestà” questa battuta: “…Cartesio, scrutando la nostra coscienza della realtà, ebbe uno dei più terribili pensieri che si siano affacciati alla mente umana: – che, cioè, se i sogni avessero regolarità, noi non sapremmo più distinguere il sonno dalla veglia!”

Incubi. Come liberarsi dagli incubi? O perlomeno come mitigarne gli effetti?

Ce lo dice l’Autore in una novella pubblicata nel 1911 sul Corriere della Sera, “La tragedia di un personaggio”. Attraverso un metodo elaborato dal dottor Fileno: La filosofia del lontano. Con il suo “cannocchiale rovesciato” tutte le cose gli apparivano piccole e lontane…

La scena è un buco nero, come lo aveva visto nel suo incubo Pirandello, disseminato di specchi, un labirinto di specchi, come in un terribile parco di divertimenti…”.

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