Le Variazioni Goldberg secondo Angela Hewitt

L’arte di costruire una perfetta cattedrale sonora a partire da un semplice tema. Sono le monumentali trenta Variazioni Goldberg BWV 988 di Johann Sebastian Bach, baluardo del repertorio occidentale per tastiera, al centro del quarto appuntamento della nuova rassegna dei Pianisti del Lingotto che martedì 4 marzo, alle 20.30 in Sala 500, vede per la prima volta protagonista a Lingotto Musica la signora del pianoforte Angela Hewitt. Artista canadese fra le più note e apprezzate al mondo, che ha consacrato la sua blasonata carriera al Kantor di Lipsia con esecuzioni integrali, registrazioni e una miriade di progetti, Hewitt si cimenta con uno dei suoi “cavalli di battaglia” più amati a cinquant’anni esatti dalla prima esecuzione.
Angela Hewitt
Nata in una famiglia di musicisti, Angela Hewitt ha ereditato la passione per la musica di Bach dal padre organista e direttore del coro della Cattedrale di Ottawa. Allieva di Jean-Paul Sevilla all’Università di Ottawa, ha vinto numerosi concorsi in Europa, Canada e Stati Uniti, ma è stato il trionfo al Toronto Bach Piano Competition nel 1985 a farla balzare all’attenzione internazionale.
Da allora si è guadagnata l’approvazione della critica grazie all’incisione dell’integrale delle opere per tastiera di Bach, progetto decennale (1994-2004) che l’ha fatta entrare nel ristretto novero dei migliori interpreti bachiani, alla pari di giganti quali Rosalyn Tureck, Glenn Gould e Sir András Schiff.
La sua discografia include anche opere di Scarlatti, Händel, Couperin, Rameau, Haydn, Mozart, Beethoven, Chopin, Schumann, Liszt, Fauré, Debussy, Chabrier, Ravel, Granados e Messiaen. Vincitrice di quattro “Juno Awards”, “Artist of the Year” ai Gramophone Awards nel 2006, “Instrumentalist of the Year” ai MIDEM Classical Awards nel 2010, nel 2015 è stata inserita nella “Hall of Fame” della rivista Gramophone e ha ricevuto un “Governor General’s Lifetime Achievement Award” a Ottawa nel 2018.
Nel 2020 si è aggiudicata la Medaglia Bach di Lipsia (prima donna a riceverla da quando è stato istituito il premio) e la Medaglia d’oro della Wigmore Hall per le sue 80 esibizioni negli ultimi 35 anni nella prestigiosa sala da concerto londinese. Alla carriera concertistica affianca la direzione artistica del Trasimeno Music Festival, che ha fondato nel 2005 nel cuore dell’Umbria.
Le Variazioni Goldberg
Capolavoro assoluto di sapienza tecnico-compositiva su cui si sono “arrampicati” i più grandi interpreti del Novecento, dal vivo e in studio di registrazione, le Variazioni Goldberg furono pubblicate nel 1741 come Aria con diverse variazioni per clavicembalo a due manuali quando Bach era Kantor presso la chiesa di San Tommaso a Lipsia.
Fino ad allora Bach aveva mostrato scarso interesse per la forma del tema con variazioni che però qui, prendendo spunto da una sarabanda in stile francese, trova un prodigioso apice: un’architettura modulare di trentadue brani disposti in modo rigorosamente geometrico, che conferisce una continuità così coesa da avere pochi eguali nella storia della musica.
Il titolo apocrifo Variazioni Goldberg fu attribuito in seguito ad un aneddoto narrato nel 1802 dal primo biografo bachiano. Secondo Nikolaus Forkel, l’opera fu infatti commissionata a Bach dal conte Keyserlingk, ambasciatore di Russia presso la corte di Sassonia; il conte soffriva di insonnia, e non trovando altro sollievo che la musica, per riempire il vuoto delle sue veglie notturne chiese a Bach di comporre qualche brano che il clavicembalista Johann Gottlieb Goldberg, suo protetto e allievo del Kantor, avrebbe dovuto eseguire nel salotto attiguo alla camera da letto.
Se molti e fondati sono i dubbi circa la veridicità del racconto – fra tutti, l’assenza di qualsiasi dedica esplicita e la giovane età di Goldberg, quattordicenne all’epoca della stampa – nessun dubbio si può avanzare sulla qualità di questo modello armonico di compiuta bellezza.