Economia

Quasi 2 milioni di euro a sostegno dell’apicoltura e produzione del miele in Piemonte

Api e miele, Bongioanni: «Due milioni per l’apicoltura piemontese. Primi in Italia con 215mila alveari, oltre 7mila apicoltori e 3.215 tonnellate di miele prodotto, fra le nostre eccellenze agroalimentari». E per la prima volta sostegno all’alimentazione di soccorso alle api

Quasi 2 milioni di euro a sostegno dell’apicoltura e produzione del miele in Piemonte. Li assegna quest’anno l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte agli apicoltori operanti sul territorio. Un comparto che si conferma il più rilevante a livello nazionale per numero di operatori e consistenza di alveari: secondo i dati 2024 dell’Anagrafe Apistica Nazionale, il Piemonte è al primo posto in Italia con circa 215.000 alveari censiti, pari al 12,5% del totale nazionale e un numero di apicoltori registrati che si attesta a 7.156 soggetti. Ed è il primo produttore di miele in Italia con 3.215 tonnellate nel 2024 su un totale nazionale di 21.850. Le risorse finanziarie (esattamente 1.923.699 euro) provengono per il 70% da fondi europei Feaga e per il 30% da risorse nazionali, e sono ripartite dal Masaf fra le Regioni sulla base dell’entità del settore all’interno di ognuna.

L’assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo, Caccia e Pesca, Parchi della Regione Piemonte Paolo Bongioanni:

«Questo spiega la rilevante entità assegnata al Piemonte, per la quale ringrazio il ministro Lollobrigida. L’apicoltura in Piemonte è un comparto di importanza straordinaria per il mantenimento della biodiversità e la valorizzazione di territori anche marginali, ma soprattutto come attività produttiva grazie a un miele di qualità eccezionale che entra a buon diritto fra le produzioni agroalimentari che stiamo promuovendo in Italia e nel mondo. Per questo – oltre a questi 2 milioni, provenienti dai fondi Ocm – Organizzazione Comune di Mercato che nelle passate edizioni hanno già permesso di finanziare 70 beneficiari fra apicoltori singoli e associazioni – il mio Assessorato sostiene il settore anche attraverso il Complemento di Sviluppo Rurale con una dotazione di ben 8 milioni in cinque anni e 429 apicoltori già finanziati, e con il contributo ai coltivatori che mantengono nei campi specie erbacee e arboree mellifere predilette dalle api».

Gli apicoltori in Piemonte

Sono per circa il 37% aziende professionali e per il 63% soggetti amatoriali, per i quali l’apicoltura rappresenta un’attività hobbystica o legata prevalentemente all’autoconsumo familiare, con consistenze di alveari più contenute e una conduzione meno intensiva.

Gli apicoltori piemontesi sono rappresentati con le loro associazioni, la Regione Piemonte, l’Università di Torino e le associazioni agricole di categoria nel Tavolo Apistico regionale. Sono concentrati in particolare nelle province di Torino (35% del totale) e Cuneo (26,5%). Le altre province, pur presentando numeri inferiori, contribuiscono comunque in modo rilevante al patrimonio apistico piemontese anche in virtù della varietà ambientale e floristica che caratterizza il territorio regionale.

Per quanto riguarda la modalità gestionale degli apiari, è netta la prevalenza della tipologia nomade rispetto a quella stanziale. Circa il 78% degli alveari piemontesi viene spostato durante la stagione produttiva per seguire le diverse fioriture disponibili sul territorio. Il restante 22% è invece gestito in modalità stanziale, con le arnie collocate in un’unica postazione durante l’intero arco dell’anno.

A beneficiare dei quasi 2 milioni disponibili potranno essere gli apicoltori professionali singoli o associati

Tre le associazioni presenti in Piemonte: Aspromiele, Agripiemonte miele, Cooperativa Piemonte miele. Cosa si può realizzare con questi contributi? I singoli apicoltori possono utilizzarli per l’acquisto di presidi veterinari per il contrasto delle malattie delle api, per la prevenzione dei danni climatici e per l’acquisto di strumentazione volta alla pratica dell’attività apistica e alla valorizzazione delle produzioni. Le associazioni e organizzazioni di produttori apistici, oltre alle voci precedenti destinate ai propri soci, possono inoltre impiegarli in attività di formazione e aggiornamento tecnico, servizi di assistenza tecnica e attività di promozione rivolte ai consumatori.

E c’è un’importante novità. «Ho voluto introdurre per la prima volta nel bando 2025 – sottolinea Bongioanni un contributo di 150mila euro specificamente destinato alla cosiddetta alimentazione di soccorso, che va a sostenere gli apicoltori in periodi particolarmente critici, in cui per effetto di condizioni meteorologiche sfavorevoli si verifica una drastica riduzione delle fioriture disponibili e quindi delle risorse alimentari per le colonie, compromettendone la sopravvivenza».

Il bando aprirà a inizio luglio e resterà aperto fino a metà settembre. La graduatoria a fine anno.

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