Cultura e Società

Tartufo, il Piemonte investe in ricerca e innovazione: al via il bando 2025 per tutelare un patrimonio unico

L’assessore alle Foreste, Biodiversità e Tartuficoltura, Marco Gallo: «La ricerca è la chiave per proteggere il tartufo piemontese e accompagnare la filiera nelle sfide del cambiamento climatico»

La Regione Piemonte rafforza il proprio impegno a tutela e valorizzazione del patrimonio tartuficolo con l’avvio del bando 2025 dedicato a progetti di studio, ricerca e sperimentazione nel settore del tartufo. Un intervento molto atteso dal mondo scientifico e dagli operatori della filiera, che si inserisce nel Piano regionale per la valorizzazione del patrimonio tartufigeno e dà concreta attuazione alla legge regionale 16/2008.

Il bando prevede 120 mila euro per sostenere progetti presentati da organismi di ricerca, in coerenza con le priorità definite a livello nazionale dal Piano della filiera del tartufo. L’obiettivo è rafforzare la conoscenza scientifica e fornire strumenti concreti per affrontare le nuove sfide ambientali e produttive che interessano uno dei simboli più identitari dell’agroalimentare piemontese.

«È un’azione strategica per il futuro del tartufo piemontese – sottolinea l’assessore regionale alle Foreste, Biodiversità alla Tartuficoltura, Marco Gallo –. La ricerca è la chiave per proteggere e valorizzare questo patrimonio, soprattutto in un contesto segnato dai cambiamenti climatici. Dobbiamo conoscere meglio gli ambienti produttivi naturali e imparare a gestirli in modo sostenibile, affinché continuino a generare qualità e valore per i territori».

Le linee di intervento del bando

Guardano alle principali sfide del settore: dallo studio della biodiversità tartuficola e microbica associata agli ambienti di crescita, al miglioramento delle produzioni, fino allo sviluppo di modelli previsionali e di protocolli innovativi per la tracciabilità geografica e la certificazione di qualità. Un approccio che punta a coniugare tutela ambientale, innovazione e competitività.

Particolare attenzione è riservata alla ricaduta concreta dei progetti sul territorio. «II bando non finanzia studi di fattibilità, ma richiede che le attività di studio e ricerca e sperimentazione applicata abbiano ricadute locali – precisa l’assessore Gallo –. Per questo viene richiesto esplicitamente che i progetti prevedano il trasferimento di conoscenze agli attori della filiera e che le azioni di diffusione siano realizzate avvalendosi anche di operatori del settore tartuficolo. Questo coinvolgimento diretto è la nostra garanzia che l’innovazione generata si traduca rapidamente in un beneficio  per tutto il settore».

Le domande di partecipazione dovranno essere presentate entro il 10 aprile 2026. I progetti selezionati avranno una durata massima di 24 mesi dalla concessione del contributo.

Tutte le informazioni sul bando sono disponibili sul portale regionale dedicato ai finanziamenti.

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