I Carabinieri della Compagnia Torino San Carlo hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a 16 persone di origine africana, ritenute responsabili a vario titolo, di detenzione e spaccio di droga.
Secondo quanto spiegato, sono stati trovati sacchetti di marijuana sotto le zolle di erba, tra le fessure dei muretti lungo i sentieri, ai piedi degli ippocastani, sotto i tombini, sui binari del tram e dentro i cestini dei rifiuti.
In base a quanto appurato, sono state sequestrate mille dosi di droga (eroina, cocaina, hashish e marijuana). Per sorprendere gli spacciatori, i Carabinieri sono arrivati alle loro spalle a bordo di un tram e in tutta l’area del parco decine di militari erano travestiti da corridori.
L’indagine è stata coordinata dal Dott. Padalino della Procura di Torino. Nel corso delle indagini sono state documentate 60 cessioni di stupefacenti al giorno.
Diverse centinaia di migliaia di euro il giro d’affari e centinaia gli assuntori. I Carabinieri hanno dato il via a un’operazione per restituire il Valentino ai torinesi.
“Per dimostrare che nel parco non è tutto permesso. Questo spazio deve rimanere a disposizione della città, come luogo da vivere, senza il timore di essere rapinati o infastiditi da gruppi di spacciatori” dice il Colonnello Emanuele De Santis, comandante provinciale dei Carabinieri.
Le indagini sono iniziate nell’ottobre 2016 e hanno consentito di circoscrivere l’area di interesse in una zona quadrangolare delimitata da: corso Massimo d’Azeglio, corso Vittorio Emanuele II, viale Virgilio e viale Mattioli. Non è stato facile organizzare il blitz antidroga in questa porzione di parco. Ci sono così tante vedette a protezione dei pusher che ogni cosa che capita in strada può diventare sospetta.
I pusher lavoravano dalle 7 alla 19, ogni giorno e senza soluzione di continuità. Non si è potuto dimostrare una vera e propria associazione per delinquere tra gli indagati ma si è assistito a una costante collaborazione tra di loro.
Al fine di eludere i controlli, gli spacciatori adottavano diverse tecniche per evitare l’identificazione, tanto che alcuni durante l’arco della giornata cambiavano gli indumenti in maniera tale da tentare di confondere gli operatori di polizia potenzialmente impegnati in attività antispaccio. Attorno all’area pubblica occupata dagli spacciatori si era sviluppata e consolidata nel tempo una microeconomia illegale, costituita da altre attività a supporto dello spaccio.
Ogni giorno alcune donne portavano in carrelli della spesa, panini e bevande che gli spacciatori acquistavano e consumavano sul posto per non perdere eventuali clienti. Risultati ottenuti durante le indagini e prima del blitz Dall’inizio delle indagini i Carabinieri hanno sequestrato oltre 1200 dosi (1,1 kg di stupefacente del tipo marijuana e hashish, di cui circa 350 grammi, relativi ai 74 controlli mirati agli indagati e agli acquirenti, e circa 820 grammi recuperati nell’ambito di 5 interventi operativi). Sono stati segnalati alla Prefettura 52 persone quali assuntori, di cui 19 minorenni (di cui uno denunciato s.l. per aver acquistato 17 grammi di marijuana).