Intervista a David Knopfler: “Vorrei lavorare di nuovo con Mark”
La famiglia Knopfler ha regalato alla musica Mark, David e le emozioni dei Dire Straits. Proprio David ha voluto raccontarci le emozioni dopo l’introduzione della band nella Rock n Roll Hall of Hame, ma anche la speranza di tornare a lavorare con il fratello. Una lunga chiacchierata tra musica, vita e un amore verso quell’Italia che ha sempre saputo accoglierlo con calore.
Buongiorno David e grazie per questa intervista… Prima di tutto ti chiedo: cosa provi nell’essere uno dei nuovi introdotti nella Rock n Roll Hall of Hame?
Beh è un bel riconoscimento e non solo per i sei ex membri della band nominati, ma anche per tutti quelli che hanno suonato con la band! Poi lo è anche per i fans che sono rimasti sempre vicini alla band e ai numerosi progetti che sono nati.
Cosa hai pensato quando la nomina è diventata ufficiale?
Ho pensato: “Beh la cosa si fa interessante… È meglio che scriva al manager di Mark per scoprire se devo iniziare a preparare qualche canzone!”
Le due domande che i fans si fanno sono: Sarai alla cerimonia? È finalmente arrivato il momento per questa Reunion?
Ho intenzione di presenziare alla cerimonia, presumendo che gli altri partecipino, ma preferirei che, andando negli Stati Uniti per partecipare, facessimo qualcosa di più che semplicemente stare lì come dei pinguini con i papillon!
Detto questo, la decisione di suonare o non suonare realisticamente è affidata a Mark Knopfler e non ho mai sentito formalmente, in ogni caso, se ha intenzione di farlo.
Parlando di te: progetti per il futuro?
Ho appena iniziato a scrivere le canzoni per il mio prossimo album, ma devo cercare nuovamente di capire come finanziare il tutto. Vorrei pagare i miei amici e i musicisti per i loro contributi… Senza un network di distribuzione e una casa discografica a provvedere a queste cose diventa tutto più difficile.
The Grace è un eccellente album…
Ho inciso Grace lavorando con diversi set up e con un crowd-funding per pagare parte del lavoro. Non è stato amministrativamente semplice, mi è costato un caro amico, e alcune cose non hanno funzionato. Sto ancora cercando di negoziare una soluzione in modo che si possa ripetere quella esperienza, ma meglio.
Qual è, secondo te, il miglior album su cui hai lavorato?
Non sceglierei nessun album, ma personalmente posso dirti che preferisco quei dischi realizzati con veri musicisti in studio… Ciò significa da “The Giver” fino a “Grace”.
C’è un musicista con cui ti piacerebbe lavorare?
Mi piace il modo di lavorare di Richard Shindell e sono molto curioso sul come crea.
Poi vi posso dire che vi sono troppe persone di talento che varrebbe la pena scritturare individualmente. È sempre un piacere collaborare a progetti differenti. Mi piacerebbe lavorare ancora con mio fratello prima che entrambi moriamo!
In Italia hai sempre avuto diversi fans. Hai qualche ricordo legato al nostro Paese?
Ho sempre amato l’Italia ed è un peccato che abbiamo una sola vita da vivere! Se ne avessimo più di una la spenderei diventando italiano. Amo le città turistiche come Siena, Venezia e Firenze, ma anche quei paesi fuori mano che trovi viaggiando.
Il mio amico Lorenzo Micheli, un chitarrista classico e arrangiatore, è una persona con cui è divertente collaborare e abbiamo sempre lavorato in posti straordinari in Italia. Spero che un giorno avremo la possibilità di lavorare ancora insieme.
L’Inghilterra e Brexit… Com è la situazione nel paese?
È una vergogna ed è stato un errore… Vivo ancora nella speranza che prevarrà in qualche modo la sanità mentale e che l’intera disavventura verrà cancellata. Perché una squadra di calcio della Prima divisione si sarebbe relegata nella terza divisione? Non ha per niente senso!
Un messaggio per i nostri lettori
Ciao a tutti, spero di vedervi presto da un palco in Italia e grazie per il vostro interesse nel mio lavoro!
Foto in evidenza: Dirk Ballarin