L’ordinanza con la quale in serata il ministro della Salute Roberto Speranza vieta lo svolgimento delle attività sciistiche amatoriali fino al 5 marzo 2021, data di scadenza dell’ultimo Dpcm, è stata accolta con vivo disappunto dalla Regione Piemonte.
“Sono allibito da questa decisione che giunge a poche ore dalla riapertura – così il presidente Alberto Cirio – Il Comitato tecnico scientifico nazionale soltanto dieci giorni fa, il 4 febbraio, aveva stabilito che in zona gialla da lunedì 15 si sarebbe potuto sciare. Su queste direttive il Piemonte si è mosso, nel rigoroso rispetto delle regole. Regole che non possono cambiare tutte le settimane. E, soprattutto, i dati aggiornati sulla situazione epidemiologica sono in possesso del Cts e del Governo da mercoledì. Mi chiedo se non fosse il caso di fare queste valutazioni prima, invece di aspettare la domenica sera. È una mancanza di rispetto inaccettabile da parte dello Stato che dovrebbe garantire i suoi cittadini, non vessarli”.
“Parliamo di imprese che hanno già perso un intero anno di fatturato, messe in ginocchio dalla pandemia e che hanno usato gli ultimi risparmi, ammesso di averli ancora, per anticipare le spese necessarie alla riapertura. In questi giorni è stato assunto personale, sono state battute le piste, pre-venduti i biglietti e prese le prenotazioni. Come si può pensare di cambiare idea la sera prima? I palazzi romani sono ancora sulla terra o si sono trasferiti su un altro pianeta? – ha continuato Cirio – La prudenza, fin dall’inizio di questa terribile emergenza sanitaria, è stata per me la guida, così come il rispetto delle regole. Abbiamo assunto spesso decisioni più restrittive, consapevoli del sacrificio che chiedevamo ma anche del bisogno di tutelare la vita. E anche in questo caso abbiamo atteso diligentemente le decisioni del Governo, prima di intervenire con una mia ordinanza, che aveva comunque limitato la capienza degli impianti al 30%. Oggi cambia tutto. Ciò che contesto non è il merito, ma il metodo. Chi li pagherà i danni? Come se quelli già subiti non fossero abbastanza. Mi attiverò immediatamente per quantificarli”.
Il presidente ha convocato per domani una Giunta straordinaria, “perché il mondo della neve del Piemonte non può rimanere solo, merita rispetto”, si aspetta che “chi ha preso questa decisione in questo modo, a poche ore dalla riapertura, si faccia carico anche delle conseguenze economiche” e conclude osservando che “se questo è il modo con cui il nuovo Governo pensa di sostenere le nostre imprese e i nostri cittadini c’è da preoccuparsi fortemente”.
Sulla stessa lunghezza d’onda l’assessore allo Sport Fabrizio Ricca, che ha giudicato “assurda e vergognosa una decisione simile presa il giorno prima della riapertura degli impianti di risalita. Il ministro Speranza apra gli occhi e cerchi di capire che nel mondo reale le imprese sportive vivono di pianificazione e affrontano spese per la ripartenza. Dietro alla riapertura ci sono attività che hanno investito soldi”. Ricca ha fatto anche presente che “se le realtà imprenditoriali dello sci decideranno di ricorrere a vie legali contro questa decisione piovuta dal cielo senza alcun preavviso, e senza tenere in considerazione il lavoro della gente, come Regione saremo al loro fianco”.
La decisione di riaprire da lunedì 15 febbraio gli impianti sciistici piemontesi alla fruizione degli sciatori amatoriali fino al 5 marzo (eventuali giorni arancioni esclusi) era stata assunta il 12 febbraio dal presidente Cirio con un’ordinanza che dettava precise disposizioni: utilizzo degli impianti di risalita secondo quanto previsto nelle apposite linee guida allegate; numero massimo di presenze giornaliere nella misura del 30% della portata oraria complessiva di tutti gli impianti a fune (cabinovie, funivie, seggiovie, skilift) e tapis roulant presenti; calcolo delle presenze giornaliere definito dalla somma degli skipass giornalieri, di quelli plurigiornalieri e settimanali relativi al periodo di riferimento nonché di quelli stagionali; per assicurare un adeguato monitoraggio delle misure adottate obbligo per i gestori di comunicare alla Regione e alle aziende sanitarie locali competenti per territorio la portata oraria dei singoli impianti e complessiva e le presenze giornaliere ammissibili. In mattinata, incontrando l’associazione dei gestori degli impianti a fune si era raccomandato di usare accortezze per evitare gli assembramenti, aveva parlato con il ministro Lamorgese per richiedere il potenziamento della Polizia nelle località sciistiche ed aveva ribadito la necessità di ristori per il settore perchè “aprire il 15 febbraio la stagione invernale è come aprire il 1° settembre quella estiva, il che significa stagione compromessa”.
Notizie: Ufficio Stampa Regione Piemonte