Situazione Carrozzerie di Mirafiori Torino, i Sindacati chiedono chiarezza
Si avvicina il termine degli ammortizzatori sociali per gli 800 lavoratori delle Carrozzerie di Mirafiori che, nonostante l’avvio produttivo del Maserati Levante, non sono ancora rientrati in fabbrica. Lo sottolinea la Uilm di Torino in vista del termine dei contratti di solidarietà, il cui utilizzo dovrà concludersi entro il prossimo settembre.
Dichiara Dario Basso, segretario generale della Uilm torinese: “Prendiamo per buone le parole dell’amministratore delegato di FCA sul ritorno alla piena occupazione alle Carrozzerie di Mirafiori. Finora alle dichiarazioni sono seguiti gli investimenti, è un percorso virtuoso che non deve interrompersi per non arrivare con l’acqua alla gola alla fine degli ammortizzatori sociali. Rimangono 800 lavoratori in esubero per i quali servono soluzioni immediate. Per raggiungere l’obiettivo della piena occupazione nel 2018 allo stabilimento serve un nuovo modello”.
L’ipotesi di assegnare alle Carrozzerie un Suv crossover di medie dimensioni e di segmento premium potrebbe garantire una produzione di circa 40mila vetture all’anno, dato in linea con i volumi raggiunti dai modelli attualmente in produzione nel Polo torinese. Sono infatti circa 70 le vetture prodotte ogni giorno sulla linea del Levante a Mirafiori, 140 tra Ghibli e Quattroporte all’Agap di Grugliasco.
Alle Carrozzerie, che producono il Maserati Levante e l’Alfa Mito, sono 1.800 i lavoratori che ruotano con i contratti di solidarietà su un totale di circa 3.800 dipendenti (3.450 operai e 350 impiegati). 800 lavoratori restano in esubero. Agli addetti dello stabilimento torinese si aggiungono i 2.500 della Maserati di Grugliasco, stabilimento che produce Ghibli e Quattroporte.
“L’assegnazione di un nuovo modello alle Carrozzerie – osserva il segretario Uilm – è uno scenario nel quale è ipotizzabile non solo un ritorno alla piena occupazione, ma anche l’avvio di nuove assunzioni, con un doppio effetto positivo: per i lavoratori e per la città, che tornerebbe a guardare alla fabbrica come un luogo di opportunità”.
Foto e Notizie: Ufficio Stampa Uilm