Più spazio ai congedi dei padri, dal progetto 4e-Parent una proposta alla politica
Più spazio ai congedi dei padri per migliorare la salute dei figli, delle figlie e delle mamme, dal progetto 4e-Parent una proposta alla politica.
Riformare i congedi per i padri per assicurare la salute e il benessere delle bambine e dei bambini e correggere l’ineguale distribuzione della cura e favorire l’occupazione femminile, e dunque anche la natalità, allineando l’Italia, che è uno dei Paesi europei con il minor numero di giorni di congedo adeguatamente retribuiti per i padri e con il massimo divario fra congedi materni e paterni, al resto d’Europa.
La proposta, con un pacchetto di misure, viene dal progetto europeo 4e-Parent, ed è stata recentemente presentata ai politici in vista della legge di bilancio durante una conferenza dal titolo “Il tempo dei papà”.
Sono diversi, spiegano gli esperti, i vantaggi che derivano da un maggiore coinvolgimento del padre nell’accudimento, soprattutto nei ‘primi mille giorni’. Bambine e bambini il cui padre sia stato attivamente coinvolto in età evolutiva mostrano ad esempio più elevati livelli di competenza cognitiva e sociale, maggiore capacità di empatia, migliore autoregolazione e autostima e migliori progressi scolastici.
La presenza partecipe del padre sin dai primi momenti inoltre diminuisce i rischi durante la gravidanza e il parto, può contribuire all’aumento della occupazione femminile e promuove le ‘mascolinità accudenti’, diminuendo il rischio di violenza domestica. I promotiri chiedono anche di cambiare il nome da ‘congedi parentali’ a ‘congedi genitoriali’.
“Non dovrebbero servire prove per dimostrare che la partecipazione dei padri all’accudimento è vantaggiosa per l’intera famiglia – osserva Angela Giusti, ricercatrice del Centro Nazionale per la Prevenzione delle Malattie e la Promozione della Salute dell’Istituto Superiore di Sanità e responsabile del coordinamento scientifico del progetto – Eppure, queste prove le abbiamo”.
Ecco le proposte di 4e-parent
• Estendere il congedo di paternità obbligatorio dagli attuali 10 giorni a 22 giorni lavorativi, di cui almeno 10 da fruire consecutivamente nel primo mese dalla nascita, eliminando l’obbligo di preavviso di cinque giorni al datore di lavoro e ammettendo invece la possibilità di trasmettere una certificazione entro 48 ore dall’avvio della fruizione del congedo.
• Applicare ai congedi di paternità i medesimi criteri di obbligatorietà esistenti per il congedo di maternità.
• Estendere la platea degli aventi diritto al congedo di paternità e al congedo genitoriale ai padri freelance, iscritti alla Gestione separata, calcolando il compenso sulle ultime due dichiarazioni dei redditi precedenti all’anno di inizio della gravidanza.
• Portare dall’80 al 100% la retribuzione del congedo obbligatorio di maternità.
• Prevedere quattro mesi di congedi genitoriali retribuiti all’80%, di cui due riservati alle madri e due ai padri.
• Prevedere l’anticipo da parte dello Stato dei compensi per i congedi alle aziende, per venire incontro alle esigenze della piccola e media impresa.
• Introdurre dei premi per le aziende con certificazione di genere che, a loro volta, premiano i fornitori che avviano il processo di certificazione di genere.
• Rilevare le modalità di utilizzo dei giorni di congedo di paternità fruiti nei primi cinque mesi di vita di bambini e bambine.
• Avviare una campagna di informazione pubblica che illustri i benefici dell’utilizzo dei congedi riservati ai padri e dell’accudimento paterno fin dai primi mesi di vita di figli e figlie.
• Incentivare il lavoro agile per i genitori, se fruito da entrambi.
Istituto Superiore di Sanità