“Francesco, il lupo e Siddharta” allo Spazio Kairòs di Torino
Domenica 8 maggio alle 11 allo Spazio Kairòs di via Mottalciata 7 a Torino (biglietto unico 8 euro) va in scena “Francesco, il lupo e Siddharta” scritto e diretto da Giordano Amato per Il Mutamento di Zona Castalia. Prima, alle 10,20, viene servita la merenda, in una mattina organizzata dalla compagnia Onda Larsen che gestisce il teatro tra Aurora e Barriera di Milano. Il testo teatrale propone un ponte culturale tra Oriente e Occidente che pone al centro un tema apparentemente marginale, la rinuncia, diventata improvvisamente molto popolare e perfino necessaria ai tempi della pandemia.
Lo spettacolo racconta principalmente due storie. Quella del Principe Siddhartha, futuro Buddha, chiuso nel castello del Re suo padre, che ordina di mostrargli solo cose belle, persone giovani e sane, una realtà ideale nella quale non esistono sofferenza, decadenza e morte. La seconda storia è quella di Francesco, giovane ricco e dotato che va incontro al pericoloso lupo che terrorizza Gubbio, divorando chiunque incontri. Personaggio centrale e alter ego del narratore è il piccolo Dasa, un bambino umbro che sogna o ricorda una vita precedente, forse tibetana. La drammaturgia originale, attraverso Dasa fa incontrare le due storie, nella convinzione che quella di Siddhartha, da noi ancora poco nota e quella di Francesco e il lupo, della quale ogni bambino ha certamente sentito parlare, corrano lungo linee convergenti che finiscono per confluire nei temi che ci interessano. Tutto si svolge in un ambito laico e non religioso, ma sicuramente con un interesse spiccato verso la spiritualità.
Il punto centrale di entrambe le storie risiede nel concetto di rinuncia: un tema che, fino a qualche tempo fa, è stato di poco o nessun interesse. Se ci permettiamo di parlarne è perché, dopo la pandemia, la pratica della rinuncia è salita alla ribalta diventando improvvisamente molto popolare e perfino necessaria.
Lo spettacolo offre una buona occasione per riflettere su un concetto che la nostra cultura, incentrata sul consumo e sul possesso, ha messo all’indice come poco desiderabile. La condizione di chi “ha tutto” a portata di mano – ed è il caso di Siddhartha e di Francesco – non sempre conduce a felicità e realizzazione. Anzi, al contrario, chi vive questa condizione si distingue spesso per una mancanza di valori profondi che si traduce in fragilità, mancanza di consequenzialità e incapacità di raggiungere gli obiettivi desiderati; più semplicemente, si riduce all’incapacità di essere davvero “se stessi”. Nella nostra cultura non è contemplata alcuna idea di sforzo: tutto è apparentemente possibile, “a portato di mano”, anche e spesso quello che non è necessario.
Non essendo la rinuncia riconosciuta come valore desiderabile, l’atto di rinuncia può essere solo imposto e subito, come nel caso della pandemia. Essendo disabituati alla rinuncia, incapaci di limitarci, questa imposizione che arriva con autorità dall’esterno può diventare pericolosa e, a volte, anche dannosa psicologicamente. I casi di disagio e di depressione si moltiplicano. Il paragone con la guerra è forse troppo forte. Eppure per chi resta e non va in battaglia, la possibilità di salvezza consiste nell’adattamento alle difficoltà e nella capacità di mantenere un equilibrio davanti a fenomeni eccezionali.
Utilità
Non è possibile la prenotazione. E’ possibile però acquistare i biglietti online su http://oooh.events selezionando lo spettacolo desiderato. In alternativa si possono comprare in loco, il pomeriggio dello spettacolo (salvo esaurimento posti). Spazio Kairòs è circolo Arci: per assistere agli spettacoli è necessaria la tessera.
Lo spettacolo
Francesco, il lupo e il Principe Siddhartha
Drammaturgia e regia Giordano V. Amato
Con Amandine Delclos
Musica dal vivo di Claudio Micalizzi
Costumi Roberta Vacchetta
Oggetti di scena Luca Lusso
Foto di scena Virginia Boscolo
Distribuzione Marta Scarchilli
Produzione Il Mutamento