L’Arci si appella a Draghi e Franceschini: non dimenticarsi del Terzo Settore culturale
Il presidente nazionale dell’Arci, Daniele Lorenzi, scrive al Presidente del Consiglio Mario Draghi e al Ministro della Cultura Dario Franceschini per ricordare il ruolo fondamentale del Terzo Settore in ambito culturale nel nostro Paese e la necessità di urgenti e significativi sostegni.
È noto che in Italia il settore culturale è particolarmente dinamico e articolato e vede la presenza di decine di migliaia di associazioni culturali, enti di terzo settore, circoli associativi che rappresentano una ricchezza che non ha pari in Europa.
L’Istat ha censito circa 120 mila organizzazioni non profit attive in questo ambito con un numero di lavoratori (dipendenti ed esterni) pari a 220 mila persone, con entrate di circa 6 miliardi di euro l’anno. Numeri ragguardevoli che, tuttavia, non danno conto della ricchezza e dell’impatto sociale dei progetti culturali promossi.
L’Arci, rete di Terzo Settore che associa circa 4.000 associazioni e circoli culturali, nel 2019 ha organizzato 26.000 spettacoli con oltre 3 milioni di presenze (dati Siae).
Da marzo 2020 ad oggi, quando è stato possibile riaprire gli spazi dei circoli e organizzare le attività di spettacolo e di aggregazione, abbiamo fatto di tutto per ripartire rispettando le norme per arginare i contagi.
Ma oggi rischiamo di non farcela più. I vincoli stringenti sul distanziamento, gli spettatori degli spettacoli solo a sedere, l’impossibilità di somministrare alimenti e bevande durante gli eventi, rendono praticamente impossibile un’attività sostenibile, da tutti i punti di vista. Ci preoccupa, e non poco, anche l’orizzonte temporale del 31 marzo per sperare di riprendere le attività nelle consuete modalità.
Per questo chiediamo di:
includere da subito, nella definizione dei soggetti che possono accedere ai sostegni e ristori, anche i soggetti di terzo settore non commerciali, senza partita Iva e con codice fiscale;
tenere conto delle peculiarità del non profit culturale nella definizione di ristori e sostegni, fino ad oggi spesso legati solo a fatturati ed attività commerciali, superando gli aiuti definiti sui soli codici Ateco principali;
adeguare costantemente la durata delle prescrizioni al futuro miglioramento della situazione per dare la possibilità agli spazi associativi di ripartire appena possibile;
poter accedere nuovamente alla Cassa Integrazione per i nostri dipendenti e alle altre forme di sostegno al lavoro autonomo di quanti collaborano nei nostri progetti artistico-culturali;
prevedere sostegni urgenti parametrati ai costi per affitti ed utenze, così come è fondamentale rinnovare le condizioni di favore per accendere mutui anche da parte dei soggetti non commerciali.
È urgente, è necessario, è fondamentale avere risposte chiare e poter contare sul supporto tempestivo del Governo nel sostenere e sviluppare questo settore così importante per la crescita sociale e culturale del Paese.