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Coronavirus Nichelino, lo sfogo del direttivo della piscina

Da oggi, secondo il nuovo decreto del Governo, palestre e piscine chiudono per emergenza contagi. Così come cinema e teatri e nei ristoranti e bar si potrà andare fino alle 18. Roma ha individuato in queste categorie principali la “colpa” della crescita dei contagi. Una decisione che ha scontentato tantissimi. E dal Centro Nuoto Nichelino, che gestisce la piscina comunale, si lancia un grido di sdegno e rabbia. Per aver seguito le norme, al contrario di altri impianti in provincia che hanno bellamente bypassato le direttive, ed essere costretti a chiudere. Con il rischio di non riaprire mai più.
“È il nostro mondo da sempre. Chiudiamo la vasca con la consapevolezza che da oggi quelle luci saranno spente. Ci hanno detto che per garantirci un futuro lavorativo, dovevamo rispettare rigidi protocolli e lo abbiamo fatto. Ci hanno detto che per poter effettuare la nostra attività sportiva di base, dovevamo diminuire i numeri in corsia e lo abbiamo fatto, con i costi di utenze che sono rimaste e con l’aggravante dei costi dei presidi dettati dai protocolli. Siamo stati i primi a chiudere ancor prima che la gente comprendesse il significato della parola LOCKDOWN ed oggi ci richiudono, nonostante siamo stati i soli a sentirvi e seguirvi alla LETTERA. Ci avete inviato i controlli di ASL, NAS e addirittura del parrocco di chiesa per benedire l’acqua e nonostante siamo risultati IDONEI nel rispettare i protocolli, noi LAVORATORI DELLO SPORT CHIUDIAMO. Chiudiamo con la consapevolezza che abbiamo fatto tutto ciò che dovevamo, abbiamo lottato con le unghie e con i denti per permettere al nostro futuro di essere sereno, ma la verità è che NOI ULTIMI TRA GLI ULTIMI SIAMO COLORO CHE SENZA DIRITTI SIAMO SACRIFICABILI. Ma la storia che siamo sportivi e che prendiamo le cose con una filosofia diversa non regge più.
ORA BASTA!!! Un semplice uomo di sport!!!”

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