Ore 19.30. Ventuno decessi. Sono 21 i decessi di persone positive al test del Coronavirus comunicati questo pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte: 10 in provincia di Torino, 2 nel Biellese, 3 nell’Alessandrino, 1 nel Vercellese, 3 nel Novarese, 2 nel Cuneese. Il totale è ora di 336 deceduti, così suddivisi su base provinciale: 92 ad Alessandria, 12 ad Asti, 34 a Biella, 22 a Cuneo, 47 a Novara, 86 a Torino, 19 a Vercelli, 19 nel Verbano-Cusio-Ossola, 5 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.
Ore 19.30. Il bollettino dei contagi. Sono 5.094 le persone finora risultate positive al Coronavirus in Piemonte: 877 in provincia di Alessandria, 215 in provincia di Asti, 262 in provincia di Biella, 381 in provincia di Cuneo, 424 in provincia di Novara, 2.317 in provincia di Torino, 269 in provincia di Vercelli, 204 nel Verbano-Cusio-Ossola, 49 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 96 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale. Le persone ricoverate in terapia intensiva sono 352. I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 14.619, di cui 9.058 risultati negativi.
Ore 19.30. Mascherine agli operatori delle case di riposo. Da ieri è in distribuzione la prima parte di 30.000 mascherine, quelle lavabili prodotte da Miroglio), agli operatori delle case di riposo piemontesi. Altre 10.000 sono già state acquistate e consegnate dall’Alleanza delle Cooperative e ulteriori 12.000 saranno fornite ai servizi territoriali. Nei prossimi giorni proseguirà l’azione di reperimento dei presidi, anche grazie alla collaborazione di partners che si sono resi disponibili in questo momento di grande necessità.
Nel comunicarlo gli assessori regionali alla Sanità, Luigi Genesio Icardi, e alle Politiche sociali, Chiara Caucino, sottolineano che si stanno mettendo in campo tutte le risorse e le forze disponibili per soddisfare il fabbisogno dei dispositivi di protezione individuale: “Chi lotta sul campo ogni giorno, chi lavora a contatto con persone fragili, anche in termini di salute, deve essere dotato di tutti i dispositivi necessari per garantire sé stesso e gli utenti, tanto più se anziani e disabili”.
Ore 18.45. Chiudere davvero. Il presidente Cirio ha quindi ribadito ancora una volta che “dobbiamo chiudere davvero, non per finta. Leggendo l’ultimo decreto del Governo ho però il timore che tante realtà possano ancora restare aperte. Sin dall’inizio abbiamo adottato la linea del rigore, perché solo restando a casa si sconfigge il virus, e invece temo che ci siano ancora troppe eccezioni”.
“In queste ore stiamo verificando l’attuazione pratica del decreto di domenica sulle aziende – ha aggiunto Cirio -. Capisco che bisogna rallentare ma non spegnere il cuore economico del Paese, ma occorre capirne l’effettiva portata del decreto. Ho il timore che il combinato disposto tra codici Ateco e filiere permetterà a tante aziende di continuare ad essere operative, mentre occorre evitare forme di assembramento per centinaia di lavoratori”. Riguardo alle differenze tra ordinanza di sabato e decreto di domenica, il presidente ha sostenuto che “la nostra ordinanza ci mette nelle condizioni di chiudere tutto ciò che possiamo e, laddove si discosta dal decreto del Governo, riteniamo abbia comunque valore perché più restrittiva”. Un esempio riguarda la chiusura degli studi professionali, prevista dall’ordinanza regionale e non dal dpcm: “Abbiamo trasmesso al ministero dell’Interno il parere del nostro ufficio legale, secondo cui ha appunto valore la nostra ordinanza perché più restrittiva. I nostri uffici dicono che ci sarebbero problemi se allargassimo le maglie, ma noi le stringiamo. Lo stesso ha fatto la Regione Lombardia. Attendiamo che ci rispondano se è in vigore una o l’altra”.
Ore 18.30. I casi stanno rallentando. L’assessore alla Sanità, Luigi Icardi, ha rilevato che “siamo si fronte ad un rallentamento progressivo del numero dei casi che fa ben sperare. All’inizio dell’emergenza il raddoppio dei contagi era a 2,2 giorni, oggi siamo a 5,1 giorni. Se i dati proseguiranno in questo senso inizieremo a vedere la luce. L’importante è, per quanto difficile e noioso, rimanere a casa e limitare ogni genere di interazione sociale”.
Ore 18.30. Sfida è salvare vite. “La vera sfida, quella che salva le vite umane, è creare posti di terapia intensiva. Dall’inizio dell’emergenza il Piemonte è passato da 287 a 490 posti, siamo una delle prime tre Regioni d’Italia ed è un risultato che rivendichiamo con forza”: è quanto ha affermato il presidente Alberto Cirio durante una videoconferenza dall’Unità di crisi regionale, dove si è recato oggi dopo aver annunciato di essere guarito dal Coronavirus. “Il Governo – ha ricordato – ci aveva dato come obiettivo di aumentarli dei 50%, noi siamo quasi all’80%. Garantiamo così il ricovero in terapia intensiva alle persone che hanno bisogno di queste cure per altre patologie”.
Ore 18. Tutta la Polizia Locale in strada. Una delibera approvata oggi dalla Giunta regionale stabilisce che tutto il personale di polizia locale dipendente dai Comuni e dalle Province e dalla Città metropolitana di Torino ed idoneo allo svolgimento dei servizi operativi esterni di vigilanza e controllo del territorio è chiamato ad assicurare il rispetto delle misure a garanzia del contenimento dell’emergenza Coronavirus. Al personale coinvolto verrà garantita la fornitura di mascherine di protezione dall’Unità di Crisi e potrà essere corrisposta l’indennità di ordine pubblico.
“Con questa delibera offriamo uno strumento concreto di prevenzione che aiuterà tutti i cittadini a debellare questa epidemia – ha commentato l’assessore alla Sicurezza e alla Polizia locale, Fabrizio Ricca – Se il personale della Polizia Locale è in strada accanto agli altri agenti delle forze dell’ordine, i divieti, i blocchi e le direttive sanitarie saranno rispettate da sempre più italiani e in meno tempo potremo lasciarci alle spalle questa pericolosa situazione. Più agenti ci sono, più controlli verranno fatti e meno contagi ci saranno. Stiamo combattendo una guerra per strappare ogni singolo piemontese dal rischio che finisca in ospedale o in terapia intensiva. Dobbiamo impegnarci tutti e non possiamo rinunciare a personale che potrebbe essere schierato in strada”.
Ore 16.30. I Centri antiviolenza sono attivi. L’assessore alle Politiche sociali, Chiara Caucino, dichiara che “tutti i Centri antiviolenza sono pienamente operativi. Chi avesse necessità di rivolgersi a queste strutture può farlo senza problemi. Mi rendo conto che questo momento di convivenza forzata e continuativa possa acuire e amplificare tensioni soprattutto nelle realtà che già vivono situazioni
problematiche”.
Ore 16. Il Piemonte al lavoro per la certificazione delle mascherine. Il Piemonte è al lavoro per ottenere il via libera dell’Istituto superiore di Sanità all’autocertificazione delle mascherine e degli altri prodotti utili per affrontare l’emergenza sanitaria. L’assessore alle Attività prpduttive, Andrea Tronzano, evidenzia che”le aziende sono interessate alla riconversione, si stanno preparando o addirittura stanno già producendo, ma potranno essere impiegati solo dopo l’autorizzazione dell’Iss. Il via libera ci permetterà di validare le mascherine e gli altri prodotti con organismi qualificati nostri. E’ una possibilità introdotta dall’articolo 15 del decreto Cura Italia, che in ogni caso deve seguire l’iter previsto. Per le certificazioni stiamo lavorando con il Politecnico e l’Università. Insieme alle altre Regioni del Nord ci stiamo rivolgendo all’Iss per avere una accelerazione dell’Iter”.
Ore 16. Si prepara un decalogo per le risposte alle aziende. Il Piemonte sta mettendo a punto un decalogo destinato alle aziende per aiutarle a districarsi con il decreto che impone lo stop totale a tutte quelle non direttamente coinvolte nella fornitura dei servizi essenziali. Ad annunciarlo l’assessore alle Attività produttive, Andrea Tronzano, che questa mattina ha riunito in videoconferenza i prefetti e le categorie.
“Le imprese – afferma Tronzano – stanno cercando di capire con grande attenzione. In queste ore siamo subissati dalle domande di chiarimenti e cerchiamo di rispondere a tutte. Ne abbiamo discusso con il prefetto di Torino e le categorie, e abbiamo deciso di preparare un decalogo che possa fornire tutte le risposte alle domande più frequenti per metterle a disposizione in maniera chiara e semplice. Districarsi non è facile, perché ci sono filiere interdipendenti, e non è subito evidente chi possa e chi non possa tenere l’attività aperta”.
Ore 13. Tre nuovi guariti, tra cui il presidente Cirio. Questa mattina l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato la guarigione virologica di altri tre pazienti: si tratta di una donna di 54 anni di Torino, di un bambino del Novarese e di un uomo di 47 anni del Cuneese, ovvero il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, che era stato posto in isolamento domiciliare. “Sono guarito – dichiara il presidente Cirio – ho appena ricevuto l’esito del doppio tampone di verifica ed entrambi hanno dato esito negativo. Ve lo dico mentre mi preparo per correre all’Unità di Crisi, perché l’unica priorità è continuare a lottare”.
Le persone guarite sono in totale 17: 4 dell’Astigiano, 2 del Cuneese, 3 del Novarese, 6 del Torinese, 1 del Vercellese e 1 residente fuori regione.
Ore 13. Quindici decessi. Sono 15 i decessi di persone positive al test del Coronavirus comunicati questa mattina dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte: 6 in provincia di Torino, 1 nel Biellese, 1 nell’Astigiano, 3 nell’Alessandrino, 2 nel Vercellese, 1 nel Novarese e 1 nel Verbano-Cusio-Ossola.
Il totale complessivo è ora di 315 deceduti, così suddivisi su base provinciale: 89 Alessandria, 12 Asti, 32 Biella, 20 Cuneo, 44 Novara, 76 Torino, 18 Vercelli, 19 nel Verbano-Cusio-Ossola, 5 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.
Ore 13. Il bollettino dei contagi. Sono 4.861 le persone finora risultate positive al Coronavirus in Piemonte: 817 in provincia di Alessandria, 209 in provincia di Asti, 253 in provincia di Biella, 367 in provincia di Cuneo, 420 in provincia di Novara, 2.198 in provincia di Torino, 263 in provincia di Vercelli, 190 nel Verbano-Cusio-Ossola, 49 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 95 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.
Le persone ricoverate in terapia intensiva sono 343, in altri reparti 2.194. Sono 1.992 quelle in isolamento domiciliare. I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 13.560, di cui 8.220 risultati negativi.
Ore 13. Ricette via email o su telefono. L’ordinanza numero 651 del 19 marzo della Protezione Civile stabilisce che la ricetta medica può essere ricevuta via e-mail o con messaggio sul telefono, senza più la necessità di ritirarla fisicamente e portare in farmacia il promemoria cartaceo. E’ stata prontamente recepita dalla Regione Piemonte, che in queste ore ha inviato una nota alle direzioni generali delle aziende sanitari, ai medici di medicina generale e alle farmacie. L’obiettivo è limitare gli spostamenti e ridurre la diffusione del virus. Per approfondire
Notizie: Ufficio Stampa Regione Piemonte