Si è svolto ieri, 22 gennaio, il terzo incontro sulla vertenza avente ad oggetto procedura di licenziamento collettivo, avviata lo scorso 14 dicembre dalla Alpitel, azienda che lavora nel campo delle telecomunicazioni e impiantistica. La delegazione sindacale ha chiesto all’Azienda risposte più concrete sul progetto alternativo ai 100 licenziamenti (una ventina nello stabilimento di Moncalieri), già esposto nel precedente incontro, articolato tramite il ricorso ad un contratto di solidarietà (CdS) fino a 36 mesi, con rotazione tra il personale fungibile, un’incentivazione economica a carico dell’azienda per gli esodi pensionistici o volontari e infine un piano formativo finalizzato alla riconversione di parte del personale oggi dichiarato in esubero.
Secondo l’azienda, senza un taglio strutturale, non avrà la capacità di sostenersi nel breve – medio periodo. Alpitel ha ribadito la propria indisponibilità all’utilizzo del CdS, in luogo di una cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale, che permette una rotazione del personale fungibile impattato dalla procedura fino a sei mesi, a zero ore. Ha invece aperto all’incentivo all’esodo e alla riconversione del personale con corsi di formazione. Una situazione che non ha soddisfatto la Fiom: pronta a chiedere visione del piano industriale al ministero dello sviluppo economico.