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Mela farcita di hashish Torino, un arresto

Lunedì pomeriggio, durante il normale servizio di pattuglia, personale della Polizia di Stato della locale Squadra Mobile,  transitando in via Santa Maria Mazzarello, notava un cittadino nigeriano fermo all’intersezione stradale con Via Monginevro.
Secondo quanto spiegato, il soggetto avrebbe avuto in mano una busta bianca di plastica contenente verosimilmente della frutta e guardava in maniera incessante il muro perimetrale del C.P.R.; in stato di evidente nervosismo, effettuava ripetute telefonate.
Nel frattempo, avrebbe iniziato a camminare lungo il perimetro del C.P.R., continuando a scrutare il muro di cinta. In questo modo avrebbe percorso via Mazzarello fino ad imboccarne il cavalcavia in contromano, salvo poi tornare indietro e fermarsi al centro della strada, in prossimità dello spartitraffico. Lì, avrebbe fatto un’ulteriore telefonata, al termine della quale si sarebbe diretto in C.so Trattati di Roma raggiungendo poi C.so Brunelleschi, posizionandosi sul marciapiede che costeggia il lato posteriore del C.P.R.
In base a quanto appurato, il personale dei Falchi, non avendo mai perso di vista l’uomo, insospettito dall’atteggiamento di quest’ultimo che avrebbe mostrato sempre maggiori segni di agitazione, avrebbe così deciso di controllarlo, sospettando che potesse detenere della sostanza stupefacente.
È prassi nota da anni, infatti, che alcuni ospiti all’interno del C.P.R. provino a commissionare dei lanci dall’esterno delle mura di oggetti contenenti stupefacenti o altro materiale proibito. Solitamente, i contenitori utilizzati per ricevere lo stupefacente sono palline da tennis o frutta, soprattutto mele; il fine è quello di smerciarne il contenuto agli altri ospiti del centro a prezzi fino a 10 volte superiori rispetto a quelli consueti.
Nessuna sorpresa per i Falchi, dunque, al rinvenimento di 10 g di hashish e 5 grammi di marijuana celati all’interno di una mela, appositamente svuotata e poi richiusa con del nastro adesivo.
Il soggetto, un cittadino nigeriano incensurato a cui è stata rifiutata la domanda di protezione internazionale già nel 2017, e con un’espulsione a carico, avrebbe ammesso di essere lì perché un suo amico, all’interno del C.P.R. da circa una settimana, gli avrebbe chiesto di effettuare il lancio di una mela appositamente “farcita”.
Il giro del perimetro del centro, quindi, era evidentemente finalizzato a trovare il luogo più idoneo da cui lanciare la mela, in modo che questa atterrasse proprio nell’area in cui alloggia il destinatario; tuttavia, l’esperienza e lo spirito di osservazione degli operatori hanno impedito che la consegna andasse a buon fine ed il nigeriano è stato indagato per detenzione di stupefacente.

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