Sold-out per il ritorno della star mondiale del pianoforte Lang Lang
Al centro del recital la forma libera del pezzo pianistico romantico, da Schumann a Chopin fino a Fauré
È la star mondiale del pianoforte Lang Lang il protagonista del concerto – già sold-out – che Lingotto Musica presenta venerdì 23 febbraio, alle 20.30, all’Auditorium Giovanni Agnelli. A quindici anni dalla sua ultima esibizione al fianco di Daniel Harding e della Royal Concertgebouw Orchestra, il grande pianista cinese torna al Lingotto con un recital interamente romantico, da Schumann a Chopin fino a Fauré, che esplora la forma libera del pezzo pianistico in un caleidoscopio unico di sensazioni e stati d’animo.
Per il New York Times è «l’artista della classica più in voga sul pianeta». Si è esibito nelle più grandi sale da concerto al mondo, per i reali inglesi a Buckingham Palace e per Papa Francesco in Vaticano. Virtuoso celebre per la sua esuberanza pop, ha suonato alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Pechino e ai Grammy Awards con i Metallica e ha diviso il palco con leggende del jazz come Herbie Hancock.
Pianista, educatore e filantropo, Lang Lang (Shenyang, 1982) è uno degli ambasciatori della musica più influenti e richiesti del Nuovo millennio. Ha iniziato a suonare il pianoforte all’età di tre anni e tenuto il suo primo recital prima dei cinque. A nove anni è entrato al Conservatorio Centrale di Musica di Pechino e a tredici ha vinto il prestigioso Concorso Internazionale Čajkovskij per Giovani musicisti di Mosca.
Dopo gli studi al Curtis Institute of Music di Philadelphia con Gary Graffman, si è imposto all’attenzione mondiale sostituendo a soli diciassette anni André Watts al Gala of the Century con il Primo Concerto di Čajkovskij accanto alla Chicago Symphony Orchestra diretta da Christoph Eschenbach.
Con le sue interpretazioni intense e il suo talento unico di comunicatore, tiene concerti sold-out in tutto il mondo accanto alle principali orchestre internazionali e a importanti direttori quali Sir Simon Rattle, Gustavo Dudamel e Daniel Barenboim. Nel 2008 ha fondato la Lang Lang International Music Foundation con l’obiettivo di formare i migliori pianisti di domani, promuovere l’istruzione musicale con tecnologie all’avanguardia e creare un pubblico giovane attraverso esperienze musicali dal vivo.
Nel 2013 è stato designato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite come Messaggero di Pace per l’educazione globale. Fra gli onori che gli sono stati tributati nel corso della carriera, si annoverano il Crystal Award a Davos nel 2010, la nomina a uno dei 250 Young Global Leader del World Economic Forum e i dottorati onorari del Royal College of Music, della Manhattan School of Music e della New York University. Ha ricevuto il più alto premio assegnato dal Ministero cinese della Cultura nel 2011, nonché l’Ordine al Merito di Germania nel 2012 e la medaglia dell’Ordine delle Arti e delle Lettere francese nel 2013.
Per il suo programma torinese, seconda e ultima data del tour italiano che il 19 febbraio toccherà anche l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma, Lang Lang intreccia la suadente cantabilità della Pavane in fa diesis minore op. 50 che ha più contribuito alla fortuna di Gabriel Fauré dalla sua creazione, avvenuta nel 1888 ai Concerts Lamoureux di Parigi per orchestra con l’aggiunta di un coro; le otto folgoranti Fantasie di Kreisleriana op. 16 (1838) di Robert Schumann, dedicate a Chopin e ispirate all’allucinato Kapellmeister Kreisler nato dalla fantasia di E.T.A. Hoffmann in cui si riflette l’anima divisa e tormentata del compositore tedesco.
Una scelta di brillanti Mazurche di Fryderyk Chopin, che si iscrivono nel comune repertorio della Salonmusik coltivato ininterrottamente dal compositore per tutta la vita, fin dai precocissimi esordi nei salotti dell’aristocrazia di Varsavia; la Polacca in fa diesis minore op. 44 (1841), pagina chopiniana dal tono epico-eroico, fortemente sperimentale a livello formale, che lo stesso autore definì «una specie di Fantasia in forma di Polacca».