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“Se fosse domani” di Paolo Giardina a Bussoleno con Valsusa Filmfest, appuntamento il 13 giugno 2020

Sabato 13 giugno 2020, alle ore 17 nella piazzetta del Mulino Varesio di Bussoleno l’associazione Valsusa Filmfest organizza la presentazione del libro “Se fosse domani” di Paolo Giardina, in collaborazione con il Comune di Bussoleno, la libreria Città del Sole e il Gruppo Clima Valsusa.
Il libro è edito dall’associazione Valsusa Filmfest e l’autore lo presenterà in dialogo con il guardiaparco e naturalista Luca Giunti.
Paolo Giardina è nato a Venezia nel 1958 da padre siciliano e mamma friulana ed è cresciuto nomade nell’Italia del nord. Sposato con 3 figli, ha vissuto a Torino dal 1969 per poi trasferirsi in valle di Susa, la valle Notav, nel 1991. Laureato in ingegneria meccanica, lavora da oltre 30 anni nel settore dello sviluppo motori. Appassionato di montagna e motoveicoli, da sempre passa la vita tentando di imitare Bob l’aggiusta tutto.
Nella prefazione del libro Cecilia Strada – filantropa, saggista ed ex presidente dell’ONG Emergency – scrive: “… e a un certo punto il pianeta non poteva più permettersi di sistemare i conti con noi. Abbiamo iniziato a indebitarci verso la nostra terra così velocemente che quando ce ne siamo resi conto avevamo già l’acqua alla gola… e non solo per metafora. C’era una volta un mondo che ora non c’è più. E c’era una volta un mondo che a un certo punto ha deciso di ricominciare a prendersi cura della propria casa, della propria Terra: come si fa? Il libro parla proprio di questo”
Il Valsusa Filmfest è un festival che dal 1997 anima la Valle di Susa su tre temi principali: il cinema, la memoria storica e l’ambiente.
Un festival poliartistico che in numerosi comuni della Valle di Susa propone ogni anno propone concorsi cinematografici, proiezioni fuori concorso e numerosi eventi a cavallo tra letteratura, cinema, musica, teatro, arte e impegno civile
La 24^ edizione, originariamente prevista dal 9 al 26 aprile 2020, è stata rinviata a date da destinarsi in seguito all’emergenza Coronavirus, ma l’organizzazione ha dato vita a una versione virtuale online, con molti contributi pubblicati sul sito internet, sul canale youtube e sulla pagina facebook.
Il 3 e il 4 luglio si recupererà dal vivo uno degli eventi dell’edizione con la presentazione al pubblico di “Noi siamo i figli della Monce”, docufilm prodotto dal festival sulla storia delle Officine Moncenisio di Condove. La regia è di Luigi Cantore, storico collaboratore del filmfest, e il docufilm verrà proiettato nel cortile dello stabilimento attualmente gestito dal gruppo Magnetto.

Breve presentazione di Paolo Giardina
Nato a Venezia nel 1958 da padre siciliano e madre friulana, trasferito a Torino dal 1969 dopo diversi traslochi in nord Italia
Sposato con tre figli e residente in Valsusa dal 1991
Laureato in ingegneria meccanica, oltre trent’anni di attività nel campo dello sviluppo di sistemi e motori, breve parentesi nel campo del risparmio energetico degli edifici dal 2007 al 2009, poi consulente per l’industria automotive
Appassionato escursionista e motociclista da sempre, segnato dal mal d’Africa (nord Africa, Mali e Mauritania) e sostenitore di lunga data della causa No-Tav
Impegnato in interminabili attività di auto-costruzione, manutenzione e fai-da-te (tipo Bob l’aggiustatutto)
NON sono uno scrittore professionista, né un climatologo, un sociologo o uno scienziato
Cos’è «Se fosse domani»?
– È un espediente, un tentativo di mescolare numeri e sentimenti in un messaggio nella bottiglia, una storia da raccontare davanti al fuoco la sera, pensato come un monologo teatrale per:
> affrontare il debito accumulato da noi verso i nostri figli e i loro;
> far pace tra le diverse sensibilità ed esperienze generazionali e ricostruire comunità (secondo una pratica appresa dai No-Tav);
> aiutare a farci le domande giuste ed a dare risposte efficaci, condivise e flessibili;
> ricordare a tutti noi che non c’è più tempo da perdere
– Sezioni con dati e numeri si alternano a narrazioni e monologhi basati su emozione ed esperienze vissute
– Non è un saggio scientifico né un romanzo (non sarei in grado) ma tenta di avvicinare una visione d’insieme ai sentimenti individuali di noi che viviamo ai tempi della caduta dell’impero.
Questo libro era in stampa a fine febbraio 2020: ne parliamo per la prima volta a metà giugno. Nel frattempo:
– Abbiamo subito il lock-down
– Non siamo riusciti neanche a dare un permesso di soggiorno decente a quelli che devono raccogliere la nostra frutta e la nostra verdura
– Abbiamo ricominciato a menare i migranti appena rimesso il naso fuori di casa
– Assistiamo alla rivolta negli Stati Uniti contro violenze razziste (che si ripetono identiche da sempre) sulle fasce più deboli della popolazione, quelle che hanno tenuto in piedi gli USA durante il loro lock-down pagando con milioni di posti di lavoro cancellati e decine di migliaia di morti senza assistenza sanitaria privata
– Come dopo l’austerity, non sembriamo avere altro in testa che tornare «come prima», peggio di prima e al più presto, anche a costo di riempirci di debiti insostenibili che potrebbero cancellare per sempre sanità e scuola pubbliche, diritti dei lavoratori, libertà costituzionali e quel poco che resta della democrazia.
– Siamo spinti dalla chimera della «ripresa» ad accettare come unica via d’uscita il famigerato «business-as-usual», aggravando ulteriormente gli impatti sull’ambiente e sul clima
«Se fosse domani» forse è stato già ieri:
– Smuriamo le prime pietre e chiediamoci cosa, come e dove costruire
– Mettiamoci insieme e troviamo le domande giuste
– Non lasciamo che tutto torni «come prima»
Foto e Notizie: Ufficio Stampa LP Press Office

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