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Dimissioni Galliani da Ad del Milan, parte la rivoluzione rossonera firmata Barbara Berlusconi

Non c’è più niente da fare. La fine del Milan è arrivata; almeno del Milan di Galliani, legato indissolubilmente al presidente Silvio Berlusconi. Quello che era in grado di unire lo spirito di famiglia con la disciplina, la passione con la razionalità, il cuore con la logica. Quello che è diventato il club più titolato al mondo. Il Milan, insomma. Il futuro sarà di altri, non per forza meno competenti, ma sicuramente più freddi e quadrati. Il Milan del binomio Berlusconi-Galliani, o meglio, il Milan che è il vero Milan non c’è più. Da venerdì 29 novembre una buona parte di tifosi milanisti sarà, sicuramente, meno milanista. E’ vero che si tifa una squadra e che i dirigenti, così come gli allenatori ed i giocatori passano; ma è altrettanto vero che tifare un Milan senza Galliani, soprattutto per chi ha vissuto gran parte della sua esistenza con il binomio Silvio-Adriano, non è compito facile.

 

LA GIORNATA DI IERI – Arrivare a questa situazione era inevitabile. Molti si aspettavano che lo storico evento potesse accadere alla fine della stagione, ma così non è stato.

– Impossibile per una persona seria, competente, responsabile e professionale come Adriano Galliani, accettare un sopruso di questo tipo. Inutile vivacchiare per qualche mese dopo che la faida interna era stata sbattuta in prima pagina da un’inutile ed inopportuna dichiarazione fatta da Barbara Berlusconi all’Ansa.

– Sono le 12.18 di venerdì 29 novembre 2013 quando Adriano Galliani manifesta tutta la sua rabbia all’Ansa: “Mi dimetto dopo la sfida con l’Ajax. Ok al cambio generazionale ma non così, con più eleganza. Lascio per giusta causa. Grave danno alla mia immagine. Mi dimetterò con o senza accordo. Futuro? Prima dovrò sbollire. Farò trascorrere un po’ di tempo prima di decidere”.

– Pochi minuti dopo escono altri due virgolettati con i quali l’ormai ex Ad del Milan si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa: “Si è detto che il Milan spende male e non ha una rete di osservatori come Roma e Fiorentina, ma la Roma negli ultimi 5 anni è andata in Champions una volta e la Fiorentina mai. Il Milan ha da due anni il bilancio in pareggio, altre società hanno montagne di debiti. L’anno scorso le nostre giovanili sono andate alle Final four”.

 

“GLI ALTRI NON CAPISCONO COSA STIA SUCCEDENDO” – “Mi chiamano grandi presidenti anche dall’estero – ha continuato Galliani – e non capiscono cosa stia succedendo”.

– Difficile concepire come si possa decidere di ‘silurare’ un uomo dell’esperienza e della competenza di Adriano Galliani. In 27 anni e 10 mesi, Berlusconi e Galliani hanno conquistato 28 trofei. Più di uno all’anno. Nessuno ha fatto meglio di loro al mondo.

– Numeri da record, emozioni da primi della classe, sentimenti da veri tifosi. Il Milan con Galliani è stato questo. La perdita è immensa e, difficilmente, sarà sostituibile.

 

LADY B., CHE INGRESSO SOFT! – Non male. Un avvicendamento di questo tipo poteva e doveva essere gestito meglio. Che la figlia del presidente voglia comandare anche lei ed avere una ‘poltrona’ di riferimento ci sta anche.

– Ciò che lascia perplessi tutti, non solo i tifosi rossoneri, è il modo con cui Barbara Berlusconi ha deciso di avviare questo radicale cambiamento societario. Perché se il ringiovanimento e un nuovo modello di business sono idee interessanti, è poco piacevole che vengano attuate in questo modo.

– Insomma: tempismo zero e gentilezza sotto terra. L’avventura di Barbara come autentica comandante del Milan inizia nel peggiore dei modi. Sono e saranno molte le antipatie che si è attirata nei suoi confronti.

 

LA SOGLIA 40 COME PRIMO ED UNICO OBIETTIVO – Facile pensare che alla base dei deludenti risultati dei rossoneri in questa stagione ci sia proprio questa faida interna che vede come assoluta protagonista Barbara Berlusconi.

– I giocatori, a contatto con la società per molte ore al giorno, hanno sicuramente avvertito questo malcontento di fondo che stava caratterizzando il Milan degli ultimi mesi e sappiamo bene quanto l’equilibrio psicologico sia fondamentale nel calcio moderno.

– In una situazione di classifica che vede il Milan a quota 14 punti in 13 giornate di Serie A e con uno stravolgimento societario di questa portata, viene da porsi un unico serio ed oggettivo obiettivo: superare presto i 40 punti per poter iniziare questa avventura dalla Serie A.

– Un traguardo apparentemente scontato, ma non così ingenuamente raggiungibile. All’appello mancano ancora 30 punti e 25 giornate. C’è tempo se il Milan riprende a fare il Milan; ma in questa stagione sarà veramente difficile vedere il Milan che fa il Milan.

 

NON SOLO GALLIANI: A RISCHIO ANCHE BRAIDA ED ALLEGRI – Adriano Galliani non sarà l’unico ad interrompere il rapporto con l’A.C. Milan. Assieme all’ad, a breve lasceranno anche Ariedo Braida e Massimiliano Allegri.

– Se ci sarà ricambio generazionale, sarà facile dover salutare anche lo storico dirigente del Milan che ha ricoperto dal 1986 al 2002 la carica di direttore generale per diventare, dal 2002 in poi, direttore sportivo.

– Ed è facile immaginare che anche Massimiliano Allegri sarà allontanato con la fine del 2013. Il tecnico livornese era un fedelissimo di Galliani; difficile che Barbara possa decidere di confermarlo.

 

E ORA? CHI POTRA’ ENTRARE IN SOCIETA’? – Demetrio Albertini, Paolo Maldini e Clarence Seedorf. Sono queste le tre new entry che dovrebbero prendere il posto, rispettivamente, di Adriano Galliani, Ariedo Braida e Massimiliano Allegri.

– Partendo dal presupposto che i preconcetti non sono utili a sviluppare delle analisi serie, una cosa è certa: non sarà facile sostituire l’esperienza e la competenza di Galliani e Braida con ex grandi giocatori che non hanno mai ricoperto questi ruoli.

– Sì, Albertini dal 2007 è vice presidente della Federcalcio. Però un conto è guidare una federazione ed un conto è farsi carico della gestione di una squadra di calcio importante ed esigente come il Milan. Discorso ancora più complesso per Maldini.

 

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Matteo Torti

Foto: wikipedia.org

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