Scienza e Tecnologia

Progetto EUCoM, l’INRIM vuole aiutare la produzione manifatturiera europea

Aiutare la produzione manifatturiera europea a mantenersi competitiva sul mercato mondiale grazie a misurazioni che tengano conto di un elemento chiave: l’incertezza di misura. Questo l’obiettivo di EUCoM, nuovo progetto di ricerca coordinato dall’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRIM) e finanziato da EURAMET, l’associazione costituita dagli Istituti metrologici europei.
Può apparire sorprendente, ma il risultato di una misura condotta con rigore scientifico non è mai un valore esatto. La sensibilità degli strumenti, la procedura adottata, l’ambiente e gli inevitabili errori che si compiono nel misurare sono variabili che concorrono a produrre un certo margine di indeterminazione. Gli addetti ai lavori lo chiamano incertezza di misura.
Anche le misurazioni eseguite con gli strumenti più raffinati non ne sono esenti. Come quelle che si ottengono con le macchine di misura a coordinate o Coordinate Measuring Machine (CMM), con cui l’industria manifatturiera verifica che geometria e dimensioni delle parti meccaniche siano realizzate secondo le specifiche del progetto.
La normativa (EN ISO 14253-1) impone che la verifica dimensionale tenga conto dell’incertezza di misura, ma calcolarla è operazione piuttosto lunga e laboriosa. Concepite per misurare oggetti dotati di forme complesse, le CMM sono infatti strumenti di non semplice utilizzo. Al momento, mancano inoltre linee guida per stimare l’incertezza. Molte aziende tralasciano quindi questi calcoli, preferendo ridurre l’intervallo di tolleranza, cioè i limiti di variabilità entro i quali i componenti assicurano il loro corretto funzionamento. EUCoM, acronimo di Evaluating Uncertainty in Coordinate Measurement, si propone di fornire metodi con cui valutare l’incertezza di misura in maniera facile, veloce e certificata.
Quali i vantaggi? A rispondere è il coordinatore del progetto, Alessandro Balsamo ricercatore all’INRIM: “Nel processo produttivo le misure hanno lo scopo di aiutare a prendere decisioni. Non conoscere il valore dell’incertezza significa avere dati meno affidabili su cui basare le proprie scelte. Il rischio è quello di produrre pezzi che si riveleranno difettosi o di scartarne altri che sarebbero stati idonei. Se ridurre le tolleranze garantisce la funzionalità e mette al riparo da guasti e avarie, comporta però uno scarto maggiore di pezzi e, a volte, lavorazioni più lunghe e costose. Riuscire ad assegnare un valore all’incertezza significa lasciare alla produzione margini più ampi. E misurazioni più attendibili e accurate permettono di realizzare prodotti migliori, evitando inutili sprechi di tempo e risorse”.
“EUCoM consentirà inoltre il rispetto della normativa vigente, ma non solo”, dichiara la sua collega Aline Piccato, che ha curato l’organizzazione del meeting di avvio del progetto, tenutosi lo scorso luglio all’INRIM. “Un altro obiettivo è quello di integrare le regole attuali, elaborando nuovi metodi che siano recepiti dai comitati tecnici normativi e quindi riconosciuti da tutti gli attori in campo: aziende che utilizzano le CMM e soggetti che forniscono servizi di misura e certificazione”.
Al progetto, di durata triennale, partecipano gli istituti metrologici di Danimarca (DTI), Estonia (Metrosert), Germania (PTB), Polonia (GUM), Regno Unito (NPL), Repubblica Ceca (CMI), Turchia (UME), l’Accademia tecnico-umanistica di Bielsko-Biała, in Polonia, l’Università di Padova e il centro di ricerca spagnolo IK4 Tekniker.
Al consorzio ha aderito anche l’Istituto di metrologia del Giappone (AIST-NMIJ), la cui presenza nell’ambito di un progetto europeo non deve stupire. Osamu Sato dell’AIST spiega infatti: “La nostra adesione deriva dall’interesse del mio Istituto per l’ambito normativo, nel quale abbiamo già accumulato una discreta esperienza, e dalle richieste che provengono dall’industria giapponese, soprattutto automobilistica ed elettronica”.
“La partecipazione dell’AIST è preziosa sia per le competenze che l’Istituto di metrologia giapponese è in grado di offrire, sia perché favorisce la prospettiva globale con cui i partner del progetto EUCoM intendono lavorare”, sottolinea Ulrich Neuschaefer-Rube del PTB.
Con il suo fatturato di oltre diecimila miliardi di euro l’anno, l’industria manifatturiera europea è un gigante da salvaguardare. “La possibilità di migliorare la qualità dei nostri prodotti, senza determinare un aumento dei costi, permetterà di rilanciare e rafforzare la competitività dell’industria europea”, promette il ricercatore dell’Istituto metrologico tedesco.
Foto e Notizie: Ufficio Stampa INRIM

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