Salute e Benessere

Vaccini sì, vaccini no: le spiegazioni dello specialista, per sfatare polemiche e inesattezze

vaccinazione“Per un virologo è paradossale diventare ‘virale’ su Facebook, ma è quello che mi è successo”. Fenomenologia di un camice bianco, paladino della verità scientifica sui vaccini, che diventa suo malgrado una star del web. Roberto Burioni, 53 anni, è un professore ordinario di Microbiologia e Virologia all’università Vita-Salute San Raffaele di Milano ed è balzato in questi giorni agli onori delle cronache per essersi dovuto confrontare sul delicato tema dei vaccini, durante una trasmissione televisiva andata in onda sulla RAI.
“A causa delle mancate vaccinazioni – spiega il medico – oggi i virus sono tornati a circolare, in particolare il morbillo. In Italia abbiamo ogni anno 1.500 bimbi che si trovano a combattere contro la leucemia (il 90% guarisce) e altri 6 mila che sono immunodepressi e non si possono vaccinare. Tutti loro vengono messi a rischio dai non vaccinati. Dobbiamo proteggerli subito, arrivando anche a imporre le vaccinazioni. È indispensabile renderle obbligatorie e condizionare a questo l’accettazione dei bambini nelle scuole. Lo Stato serve a proteggere i più deboli, anche dalla follia di alcuni genitori. Perché non succeda più che un bimbo che ha sconfitto la leucemia e guarda alla vita dopo essersi salvato, muoia di morbillo perché qualche sprovveduto non ha vaccinato il proprio figlio”.
“Una delle convinzioni dure a morire spiega ancora Burioni è che il vaccino provochi autismo. Non è vero e ci sono dati su dati che lo dimostrano, per esempio l’incidenza è rimasta identica in Giappone dove per motivi di paura c’è stato un periodo in cui le coperture della vaccinazione trivalente sono crollate quasi a zero. Un altro chiodo fisso è che si facciano troppi vaccini a bimbi troppo piccoli, ma è quello il momento in cui hanno bisogno di una maggior difesa. O ancora si crede che i vaccini siano solo un grande affare per le case farmaceutiche, ma è chiaramente falso. Basti pensare che la vaccinazione esavalente ha rappresentato lo 0,4 % della spesa medica complessiva del 2013, neanche 80 milioni. Il problema semmai è che le aziende non investono in vaccini”.
Fonte: adnkronos.com
Foto: Joseph R Schmitt

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