Salute e Benessere

Legamenti della caviglia, specialisti del Rizzoli premiati dalla Società Ortopedica Americana di Sports Medicine

Uno studio sul trattamento chirurgico della lesione dei legamenti della caviglia quello condotto dagli specialisti della Clinica 2 dell’Istituto Ortopedico Rizzoli Alberto Grassi, primo autore, il direttore della clinica ortopedica Stefano Zaffagnini, Massimiliano Mosca e Matteo Romagnoli, con il coinvolgimento di partner internazionali. Attraverso la meta analisi degli studi clinici randomizzati presenti in letteratura, lo studio mostra i benefici di una tecnica alternativa all’uso di viti come sistema di fissaggio dell’articolazione: l’utilizzo di un filo di sutura con bottone, pratica ancora non molto diffusa e che fino ad oggi non aveva riscontri scientifici di peso.
L’articolo (Dynamic Stabilization of Syndesmosis Injuries Reduces Complications and Reoperations as Compared with Screw Fixation: a Meta-analysis of Randomized Controlled Trials) è stato pubblicato dall’American Journal of Sports Medicine (AJSM), rivista con il più alto Impact Factor in ortopedia a livello internazionale, e ha ricevuto il premio come miglior articolo dell’anno durante il Meeting annuale della Società Ortopedica Americana per la Medicina Sportiva (AOSSM), quest’anno svoltosi in modalità virtuale l’8 e il 9 luglio 2020.
“Prima d’oggi, nessun italiano aveva mai vinto tale premio – racconta Grassi. – Tutto è nato dalla mia esperienza di fellowship nel 2016 in America, presso la Duke University in North Carolina con il professor Ned Amendola, che ha partecipato alla ricerca. Qui ho iniziato a studiare il trattamento della lesione della sindesmosi tibio-peroneale distale (articolazione tra la parte distale della tibia e del perone che comprende legamenti interossei fondamentali per la stabilità e la possibilità di carico della caviglia), una patologia relativamente nuova, spesso difficilmente individuabile o non correttamente trattata. Insieme al mio direttore, il prof. Zaffagnini, e ai colleghi Matteo Romagnoli e Massimiliano Mosca, abbiamo quindi pensato di avviare una meta analisi sui trials clinici esistenti per analizzare il tipo di trattamento di norma utilizzato e valutare i possibili benefici di una soluzione alternativa, l’utilizzo di un filo di sutura con bottone al posto delle classiche viti, per il trattamento di questa lesione.”
I partner internazionali di questo studio sono la Duke University (North Carolina, USA), l’Aspetar Hospital di Doha (Qatar) e la Sahlgrenska University di Goteborg (Svezia).
“L’applicazione di viti per il trattamento della lesione dei legamenti della caviglia, patologia causata solitamente da un trauma, soprattutto durante la pratica di sport ad alto contatto come il calcio e il rugby, è una tecnica assodata e ampiamente utilizzata. Attraverso questo studio abbiamo però avuto conferma di quello già da noi compreso – spiega Zaffagnini. – La sistematic review ha dimostrato i benefici della tecnica con filo di sutura con bottone rispetto all’utilizzo della classica vite. La vite infatti può provocare dolore, in alcuni casi spezzarsi, e può portare a una riduzione non adeguata della sindesmosi compromettendo l’esito dell’intervento. Se tutto va bene, la vite deve comunque essere rimossa dopo circa un mese e mezzo dall’operazione. Il filo di sutura con bottone mostra numerosi vantaggi. Per prima cosa il paziente non è costretto a tornare in sala operatoria perché il filo di sutura, adattandosi al movimento dell’articolazione, non va rimosso; il rischio di riduzione del legamento è notevolmente ridotto, salvaguardando così la stabilità dell’articolazione stessa. Altro fattore da non sottovalutare è la deambulazione: il paziente la cui lesione viene trattata con sutura con bottone può tornare a camminare in tempi più brevi”.
Il premio come Systematic Review per l’anno 2019 è stato conferito allo studio guidato dal Dottor Grassi da un board scientifico internazionale e selezionato tra tutti gli articoli pubblicati dalla rivista AJSM nel 2019.
In foto: Da sinistra Stefano Zaffagnini, Alberto Grassi, Massimiliano Mosca
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Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna

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