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Intervista a Lauri Ylönen (The Rasmus): “Rise è il nostro nuovo inizio”

lauri-ylonen-the-rasmus-rise-nuovo-inizioDopo l’estate tornano su CronacaTorino i The Rasmus. Lauri Ylönen ci racconta il nuovo album “Rise”, la seconda vita della band finnica e l’esperienza all’Eurovision torinese con una clamorosa rivelazione sul suo futuro a tinte italiane.
Un nuovo viaggio, quindi, nelle canzoni di una band che da “In The Shadows” continua a piacere davvero molto all’Italia. Ecco cosa ci ha raccontato:

Ciao Lauri, come stai?
Molto bene, sono qui nella sala prove a Helsinki. Abbiamo appena finito di suonare e sono prontissimo per le interviste!

Ci racconti l’estate della band? Tra l’Eurovision e l’uscita di questo album non vi siete certo annoiati.
Sì, è stata davvero una bella corsa. Creare questo album è stato difficile per via di molti fattori. C’erano problemi nella band, poi è cominciato il Covid e Pauli ci ha lasciati. La sua partenza è stata un disastro e per molto tempo ho pensato che fosse la fine per noi.
Poi però sono arrivate delle belle idee e abbiamo trovato Emppu! Con lei sono cambiate molte cose e in qualche modo la fiamma è tornata a bruciare.
Credo che siamo più forti di prima e che lei sia una sorta di angelo arrivato per salvarci. Abbiamo scritto tante grandi canzoni insieme e poi l’essere parte dell’Eurovision è stato davvero fantastico. L’esperienza è stata positiva perché ci ha permesso di conquistarci molto tutti insieme.
Abbiamo poi fatto diversi Festival durante l’estate ed è stato bello trovarsi ogni volta in un posto diverso. Dopo il Covid tutto questo ha avuto davvero il sapore della normalità.

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Credit_ Juhani Lassila

“Rise” è il titolo del nuovo album, ma sembra che lo stesso significato della parola sia molto importante per voi
Sì, inizialmente l’album si doveva chiamare “Night Division”. Questo perché eravamo separati l’uno dall’altro in differenti parti del pianeta. Quando il Covid è cominciato non abbiamo potuto vederci per più di un anno ed è stato davvero difficile. Il lavoro lo abbiamo svolto online, ma era tutto molto complesso.
Dopo tutte le cose belle successe verso la fine della registrazione abbiamo sentito di cambiare nome in “Rise”. Si tratta certamente di una parola positiva, ma che dice anche molto della situazione che abbiamo vissuto. Questo per noi un nuovo inizio, segnato anche dal rapporto speciale che si è creato con Emppu!
Siamo felicissimi di cominciare il Tour a ottobre e c’è ogni giorno l’entusiasmo di sapere che saremo in tanti posti diversi. Rivedere dei luoghi e rivivere certe esperienze sotto una nuova luce è fantastico.

“Live And Never Die” forse è il singolo che esprime alla grande l’entusiasmo di cui parli. Come nasce questa canzone?
“Live And Never Die” è l’ultima canzone che abbiamo scritto. Ha visto la sua completezza 3/4 mesi fa e credo sia un pezzo importante. Avevamo ricordi non belli nel creare questo disco e volevo che ci fosse qualcosa non di felice, ma di positivo.
Volevo scrivere una canzone sulla morte e sulla fine della vita, ma in una chiave più speranzosa. Alla fine è una celebrazione della vita, di quelle difficoltà che non mollando riesci a superare e di come puoi abbattere i muri!
La vita è un po’ così, no? A volte c’è bisogno di un po’ di sofferenza per capire l’effettiva importanza delle cose. Musicalmente, invece, il riff mi rimanda ai “Van Halen” e a “Jump”.
Ero a Nashville con Desmond Child e questa canzone è venuta fuori in maniera assolutamente spontanea. Non eravamo lì per scrivere qualcosa, ma è semplicemente successo.

Hai citato Desmond Child. Come descriveresti la connessione musicale tra voi?
La connessione tra noi si è creata molto tempo fa. Più precisamente quando ho ascoltato per la prima volta “I Was Made for Lovin’ You” dei Kiss. Poi uscì “Poison” che è una delle mie canzoni preferite.
Il lavoro di Desmond ha influenzato il mio da scrittore di canzoni. Quando ho cominciato c’era qualcosa di lui già in me e poi è arrivata “In The Shadows”. Desmond ascoltò la nostra musica e mi contattò! Fu come un cerchio che si chiuse.
Abbiamo scritto insieme le canzoni per “Black Roses” e l’ho chiamato per questo album dopo anni che non ci sentivamo.
Ero disperato per la situazione della band, sentivo che tutto si stava rompendo e stavo considerando anche l’idea di proseguire da solo. Lui è stato una sorta di “terapista” per me e mi ha rimesso nel giusto binario.
Mi ha parlato nel modo giusto e mi ha detto: “Se fai un album da solista non importerà a nessuno”. Io ho solo risposto: “Ok, quello che dici tu Desmond”. (ride)
É grandioso avere un mentore come lui, una persona che ha scritto tantissime canzoni e da cui impari ogni volta. Ci frequentiamo non solo per lavoro, ma anche fuori. Siamo grandissimi amici!

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Credit_ Juhani Lassila

L’esperienza a Torino per l’Eurovision vi ha riavvicinato molto ai vostri fans italiani.
Sì, ed è grandioso. Siamo stati due settimane a Torino prima della finale e ho potuto sentire l’affetto delle persone. Abbiamo suonato in strada e incontrato tantissimi italiani che avevano fatto chilometri con la speranza di vederci!
L’Italia per me è molto importante perché ho deciso che quando mi ritirerò vivrò lì. Voglio una casa sulle montagne e voglio avere anche un asino che chiamerò Giovanni.

C’è un sogno che vorresti assolutamente rendere realtà?
Sì, vorrei avere una mia linea di vestiario. Sto mettendo insieme le idee da anni ormai e penso che potrebbe arrivare qualcosa molto presto.
Essere creativo in differenti settori è importante per me. Ho lavorato come designer e per due stagioni ho avuto un programma, “Design by Lauri”, sulla televisione finlandese. Mi occupavo della creazione e della costruzione di case per delle celebrità finlandesi.
Era un lavoro molto stressante, ma molto bello allo stesso tempo. La musica è chiaramente la cosa più importante, ma a volte è bello vedere qualcosa che nasce dalle tue mani.
Creare qualcosa in quel modo è concreto e maestoso… Fare musica, a volte, sa essere molto astratto e quindi mi manca quella sensazione a volte.

Ultima domanda: il tuo messaggio ai fans italiani
Abbiamo tanti fans in Italia e stiamo lavorando per organizzare diversi concerti l’anno prossimo. Amiamo il Paese e, come ti dicevo prima, io voglio viverci quando sarò in pensione. Voglio imparare anche imparare la lingua. Dicono che per chi parla finlandese sia più facile imparare l’italiano… Ci proverò! Ho alcuni amici che lo parlano e sono molto invidioso!
(Alessandro Gazzera)
Foto in evidenza: copyright by Venla Shalin

 

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