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Intervista a Vinnie Moore, il chitarrista presenta “Double Exposure”

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Vinnie Moore photo by Gretchen Johnson 1

Un piacevole ritorno su CronacaTorino: Vinnie Moore. Il chitarrista italo-americano ci racconta il suo nuovo disco “Double Exposure” tra canzoni e la partecipazione di cantanti del calibro di Ed Terry (Rage And Beyond, American Mafia), Keith Slack (MSG, Mother Road), Mike DiMeo (Riot) e Brian Stephenson (Old James).
Il viaggio, però, non si ferma qui e ci fa scoprire i futuri progetti di questo incredibile musicista. Ecco cosa ci ha raccontato:

Ciao Vinnie, bentornato! Come stai? Cosa devono aspettarsi i fan da “Double Exposure”?
Ciao Alessandro. Tutto fantastico grazie mille. Questo è il mio primo album da solista con la voce. Volevo farlo da un po’ di tempo e sono molto felice di esserci finalmente riuscito.
Ci sono quattro diversi cantanti e sei canzoni. I pezzi hanno due versioni: Una con la voce e una strumentale. Come essere in Italia e chiedere sempre un doppio espresso! (ride)
C’è la chitarra dappertutto come al solito, ma un nuovo elemento con la voce.

Il primo disco con dei cantanti. Come mai questa evoluzione?
Era qualcosa che volevo fare già da molto, ma semplicemente non c’era mai stato il tempo. Quando è arrivata la pandemia è semplicemente successo. Questo album è per metà con dei cantanti, quindi lo considero un passaggio per fare album completi con una band in futuro.

Possiamo sperare di vederti presto in Italia?
Faccio tour periodicamente in Italia ed è probabile che mi vedrete nel 2023. Non c’è ancora nulla di definitivo, ma succederà.

C’è una canzone, di questo disco, a cui sei più legato?
Non direi, sono legato a tutte. Ho dato alla luce una cucciolata di gattini e sono vicino a tutti loro.
Quando scrivi e registri musica, sei così vicino alle canzoni tanto da non vederle sotto un certo aspetto. Quando passo un lungo periodo senza ascoltare la mia musica riesco poi ad avvicinarmici con la mente più aperta.
A volte rivisito i miei dischi più vecchi e sono in grado di avere una nuova prospettiva. Forse quando ascolterò “Double Exposure” tra un paio d’anni, avrò dei preferiti e sarò in grado di apprezzarlo in un modo diverso.

Come crei una canzone?
Suono la chitarra e ad un certo punto arrivano riff, cambi di accordi o melodie. Quando ricevo quella magia, registro la mia idea e poi inizio a costruirla aggiungendo nuove parti che la accompagnano.
Quando ho qualche idea per una canzone vado nel mio studio e inizio a registrare con una traccia di batteria. Deve essere tutto molto naturale… Non mi siedo con un “piano” per scrivere. Non funziona se sono consapevole che sto cercando di mettere giù qualcosa.
Semplicemente suono e lascio che accada organicamente. L’ispirazione migliore avviene quando non penso molto.

Hai parlato prima della pandemia. Ha ispirato diversamente il tuo lavoro?
Non direi, ma mi ha dato il tempo per lavorare a questo album.

Il prossimo capitolo per te? Un sogno nel cassetto?
Nuovo album e nuovi concerti. Dopodiché, voglio formare una band con un cantante. Gli UFO termineranno la corsa presto e quindi è arrivato il momento di creare un qualcosa di nuovo.

C’è un musicista con cui ti piacerebbe collaborare?
Ci sono molti artisti con cui mi piacerebbe lavorare. Adoro collaborare e lavorare con qualcuno che ha un’idea per una canzone a cui non avrei mai pensato. Mi piacerebbe lavorare con Bob Rock e Matt Lange.

Hai ricordi speciali legati all’Italia?
Adoro quanto siano appassionati gli italiani. Ho molti ricordi di quando ho suonato lì con gli UFO e come solista. I fan sono sempre fantastici. Probabilmente i ricordi più speciali sono quando ho incontrato la famiglia lì sia da parte di mia madre che da parte di mio padre.

Ultima domanda: un messaggio per i tuoi fan italiani
Viva l’Italia. Grazie mille per essere venuti ai miei concerti. Spero che il mio nuovo album vi piaccia e spero di rivedervi presto.

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