Cultura e Società

Ricordo Tragedia Stadio Heysel 29 maggio 1985, un giorno che cambiò il calcio

Heysel_planIl 27 maggio la Mole Antonelliana porterà la scritta +39 Rispetto in memoria delle vittime dello stadio Heysel. Un momento per ricordare una delle pagine più nere della storia del calcio internazionale che costò la vita a 39 persone “colpevoli” di aver seguito la propria squadra del cuore per una finale di Champions League.
STORIA DI UNA STRAGE – La scelta dello stadio belga come sede della finale di Coppa dei Campioni del 1985 fu criticata da subito, sia dai bianconeri che dal Liverpool, a causa delle precarie condizioni della struttura e delle scarse misure di sicurezza.
– La disposizione dei settori era la seguente: il tifo organizzato bianconero aveva preso posto nella curva N; molti inglesi, invece, presero i biglietti nella curva opposta. Tuttavia diversi italiani scelsero di organizzarsi autonomamente e acquistarono altri biglietti nel settore Z, a ridosso della zona inglese.
– A circa un’ora dall’inizio della partita si scatenò la follia: gli hooligans inglesi (sia del Liverpool che del Chelsea) sfondarono le reti che dividevano i due settori, cercando di impossessarsi dell’intera curva.
– Le famiglie, spaventate, si ammassarono contro il muro opposto al settore dei sostenitori del Liverpool, anche a causa delle manganellate dei poliziotti belgi, che impedivano loro la fuga verso il campo.
– Nel caos generale tutti cercarono di cambiare settore scavalcando gli ostacoli presenti, finché il muro non resse il peso della folla e l’esito è quello che tutti tristemente conosciamo: 39 morti e oltre 600 feriti.
LA PARTITA – Nel caos più totale l’UEFA e le autorità locali decisero che quella partita si doveva giocare comunque, lo show doveva andare avanti. Molti giocatori della Juventus raccontarono, anni dopo, di quanto furono difficili quei momenti e di come dopo quella notte nulla fu più lo stesso.
– La Juventus vinse quella Coppa maledetta, un trofeo tanto sognato si era trasformato nella pagina più nera della storia del club bianconero. Un qualcosa che, per molti versi, negli anni successivi si preferì  cercare di dimenticare , sebbene pesò come un macigno su tutti.
CHE COSA RIMANE? – E’ difficile raccontare la storia dell’Heysel mantenendo un filo “giornalistico”, senza scadere nelle banalità e in quella retorica troppo spesso usata nei confronti di una strage come questa.
– Per chi assistette a quegli sconvolgenti momenti fu come se dentro di sé qualcosa se ne fosse andato.
– La consapevolezza successiva, poi, fu che qualcosa fosse decisamente cambiato nel calcio: per la prima volta ci si era trovati a fare i conti con la ferocia umana e la follia.
RIFLESSIONI POST ’85 – Molte delle nuove generazioni che oggi sentono parlare del 29 maggio 1985, a stento hanno visto la vittoria della Juventus contro l’Ajax nel 1996. Ed a loro va fatto capire cos’è stato l’Heysel e quanto sia importante tenere viva la memoria di un evento tanto drammatico.
– Quei morti, infatti, sono stati più volte vilipesi negli stadi italiani al pari di altre tragedie che, prima che sportive, sono umane, e dovrebbero quindi ricordare come la morte non abbia un colore, ma riguardi tutti.
– La verità forse mai riconosciuta è che all’Heysel è morto un pezzo di quella vena sportiva- romantica che i tifosi legano al calcio e, proprio per tale motivo, come per i morti di Superga, per Andrea Fortunato e tutti coloro che vengono usati come bandiera per un odio sportivo insano, bisognerebbe adoperare il rispetto loro dovuto.
– Ancora oggi, invece, quei 39 angeli non vengono lasciati riposare in pace e, pertanto, non si può che auspicare il momento in cui verso tutti loro sarà rivolto solo un commosso ricordo: un modo per ricordarsi anche che il calcio è un bellissimo sport e che, a volte, siamo solo noi, con la nostra ignoranza, a rovinarlo.
Foto: wikipedia.org

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