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Intervista a Kurt Frohlich L.A. Guns, “Renegades” e altre storie di rock

Torniamo negli Stati Uniti e ritroviamo gli L.A. Guns. Il nostro ospite di oggi è Kurt Frohlich, voce e chitarra della band dal 2019, che ci racconta il nuovo album “Renegades” e i suoi progetti in questo anno così complesso. La speranza per un vaccino contro il Covid e la voglia di fare rock sono il filo conduttore di questa intervista pre-natalizia.
Ecco cosa ci ha raccontato:
Ciao Kurt, come stai?

Sto meglio ora che è in arrivo un vaccino!
Questo virus ha cambiato completamente la nostra vita. Come stai attraversando questo periodo?
È stata dura, ma il lato positivo è stato passare del tempo con la mia famiglia e la mia bambina. Potrebbe non voler uscire con me quando sarà un’adolescente. (ride)
Cosa sta succedendo ora sul pianeta di Kurt Frohlich?
Sto facendo alcuni spettacoli all’aperto, dato che sono un musicista a tempo pieno e suono in molti progetti. Ho anche fatto un album con la mia cover band “The Hooligans”, con musicisti che arrivano dai “The Blue Man Group” e dai “Seven Mary Three”. Ci sono cover di canzoni inglesi, ma anche alcuni pezzi originali. Potete trovare il disco su: www.thehooligansorlando.com.
Qual è stata la tua introduzione alla musica?
Nella mia famiglia c’era una discreta varietà di strumenti e alle riunioni famigliari si finiva sempre per suonare tutti insieme. La musica è stata nella mia vita sin dalla tenera età.
Mio cugino mi ha poi regalato il mio primo album dei Kiss all’età di 6 anni e non ho mai più guardato indietro. Da lì ho preso lezioni di batteria e pianoforte, ma sono finito alla chitarra all’età di 16 anni. Da allora suono professionalmente.
Cosa ti ha convinto a iniziare a suonare?
Mi sono diplomato al liceo e non sapevo cosa fare della mia vita perché tutti i miei amici studiavano per diventare avvocati e ingegneri. Così sono andato al college e ho finito per abbandonare dopo un anno per far parte di in un gruppo rock in tour.
Come crei una canzone? Da dove viene l’ispirazione?
Prendo solo da esperienze personali e forse esperienze di altri che vedo da un punto di vista esterno. Molte volte inizia con un riff o una frase nella mia testa che metto giù nel mio studio di casa prima di dimenticarlo. Ascolto le band che amo per l’ispirazione dagli Who, ai Beatles e ai Ramones.
“Renegades” è un album molto potente. C’è una canzone a cui sei particolarmente legato?
Tutte le canzoni mi sembrano personali dato che tutti abbiamo contribuito al processo di scrittura. Siamo arrivati tutti con idee importanti ed è venuto fuori un bel lavoro. “Witchcraft” è una canzone che ho scritto quando ero giovane negli anni ’90.
Mi piace molto “You Can’t Walk Away”. Come è nata quella canzone?
Sì, piace molto anche a me quella traccia. Steve è entrato con quella canzone e tutti ci siamo messi all’opera. Mi piace la sensazione della ballata, ma con un tocco blues. Penso che le persone possano identificarsi con il cuore spezzato.
Progetti per il prossimo futuro?
Stiamo solo aspettando di uscire e suonare dal vivo. Vogliamo suonare alcune di queste canzoni per i fan. Penso che verranno davvero bene dal vivo.
C’è un artista con cui vorresti lavorare?
Mi piacerebbe lavorare con Trent Reznor o con chiunque altro dei Cheap Trick.
Siamo italiani. Hai ricordi speciali del nostro Paese?
I miei genitori hanno portato la mia famiglia in Europa quando avevo 15 anni e questo ha cambiato la mia vita. Crescendo in Canada, abbiamo uno stile di vita molto nordamericano. Siamo stati in viaggio in tutti i paesi d’Europa, Italia compresa. Quell’esperienza mi ha aperto gli occhi su tante cose tra cui cibo, cultura, qualità della vita e il mio amore per la buona birra. Sono un fanatico della birra adesso.
Ultima domanda: un messaggio per i tuoi fan italiani
Speriamo di venire a suonare per voi nel 2021-22. Grazie per aver mantenuto una mente aperta e per aver ascoltato il nostro nuovo album. State al sicuro là fuori e siate buoni gli uni con gli altri. Restate in contatto con noi su www.laguns.net (Alessandro Gazzera)

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