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Intervista a Eric Levy Night Ranger, il tastierista si racconta a CronacaTorino

Primo weekend in zona rossa per diverse regioni italiane e noi proseguiamo il nostro viaggio musicale. Ospite di oggi è il tastierista dei Night Ranger Eric Levy che ci racconta questo 2020 con il coronavirus e i progetti della band.
Ecco cosa ci ha raccontato:
Buongiorno Eric, questo virus ha cambiato completamente la nostra vita. Come stai passando questo periodo?
Prima del COVID pensavo che il 2020 sarebbe stato un anno incredibilmente divertente. I Night Ranger avrebbero dovuto aprire il concerto dei Guns N’ Roses allo Sweden Rock Festival e poi ci sarebbe stato un tour di oltre 30 città negli Stati Uniti con Sammy Hagar e gli Whitesnake. Non vedevo l’ora! Ma ci sono aspetti positivi nell’essere a casa quest’anno… Vivo nella bellissima California del Nord, che secondo me assomiglia ad alcuni posti nel Nord Italia.
Quali novità ci sono sul pianeta Eric Levy?
L’anno scorso sono stato in viaggio per 288 giorni, quindi prima di tutto mi godo più tempo a casa con la mia famiglia. È stato anche bello passare più tempo nel mio studio casalingo, approfondendo il lavoro con la tastiera. E ho avuto la fortuna di trovare lavoro in uno studio privato locale.
Qual è  stata la tua prima introduzione alla tastiera? Cosa ti ha influenzato talmente tanto da iniziare a suonare?
Mio padre era un musicista, è stato il mio primo insegnante di pianoforte e mi ha fatto iniziare all’età di 5 anni. Quando sono diventato più grande, ho effettivamente suonato la batteria nelle band della mia scuola, ma dopo il liceo ho scelto di concentrarmi di nuovo sulla tastiera. In molti modi, mi avvicino alle tastiere come farebbe un batterista e pratico anche i rudimenti di batteria con le dita, applicando quelle tecniche a quello che faccio adesso.
Come crei una canzone? Da dove arriva l’ispirazione?
In questi giorni, mi concentro principalmente sulla composizione spontanea (o improvvisazione). Scrivere però canzoni è ancora un ingrediente chiave, questa è la forma e la struttura.
L’ispirazione può venire da qualsiasi luogo, un po’ come il modo in cui a volte potresti imparare qualcosa di profondo da qualcuno che non ti aspetti. Ottengo molte idee ritmiche dall’ascolto di batteristi indiani, idee melodiche e armoniche dal jazz, sensazioni temporali dall’hip-hop. E ovviamente amo la musica rock! Ma sono aperto all’influenza da qualsiasi luogo: potrei sentire una canzone per bambini che i miei figli stanno ascoltando e il modo in cui una melodia si intreccia attraverso i cambi di accordo potrebbe fornire una scintilla.
Cosa ci dici invece sui Night Ranger? Possiamo sperare in un nuovo disco?
Sì, stiamo già creando il nostro prossimo album. A causa delle restrizioni COVID, ho registrato tutte le mie parti da casa. In un certo senso, è più facile registrare con la band perché so immediatamente cosa fa “clic” per loro e posso stare tranquillo. Quando registro da casa, non ricevo un feedback immediato dagli altri. Per fortuna, finora tutti sembrano contenti delle mie parti. La canzone più recente che ho registrato è stata una delle nuove composizioni di Jack. Un qualcosa di assolutamente geniale, forse la canzone migliore che ho mai fatto.
C’è una canzone del repertorio dei Night Ranger a cui sei più legato?
Del repertorio dei Night Ranger, forse “Call My Name”, tratta dall’album Dawn Patrol. Adoro le dinamiche, ma anche la costruzione lenta e intensa. Ovviamente anche “Sister Christian” ha anche qualcosa di speciale. Kelly di solito canta la prima strofa, poi ci sono io che accompagno il pubblico mentre canta e il tutto sembra un po’ magico.
Progetti per il futuro?
Il mio progetto “solista” c’è sempre e continuo a creare i miei video di jam e sto trovando più tempo da dedicare a queste composizioni. Ad un certo punto, il mio lavoro in studio privato sarà finalmente rilasciato al pubblico e, credetemi, sono molto entusiasta di questo! Però voglio davvero tornare a suonare nei Night Ranger. Spero in un vaccino sicuro, affidabile e ampiamente disponibile nel nostro prossimo futuro!
C’è un musicista con cui ti piacerebbe collaborare?
Penso che sarebbe divertente suonare con Geddy Lee, sembra davvero un bravo ragazzo. Ovviamente non so se suonerebbe con un altro tastierista, visto che può suonare anche con i piedi!
Noi siamo italiani. Hai qualche ricordo particolare legato al nostro Paese?
Sono stato in Italia solo due volte a Milano e dintorni. Ho davvero amato entrambe le esperienze, il tuo Paese è così bello e gli italiani sono davvero meravigliosi! Mi piace imparare la storia e spero di fare una vacanza storica in Italia un giorno. Sono molto interessato a visitare Firenze, Venezia e Roma.
Ultima domanda: un messaggio ai fans italiani
Grazie mille per aver continuato ad ascoltare la nostra musica! Spero di tornare a fare rock in Italia il prima possibile! (Alessandro Gazzera)
Foto: Eric Levy

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