Economia

Ripple, una sentenza cambia il futuro di XRP

Per molti anni Ripple ha rappresentato uno dei progetti blockchain / criptovaluta più interessanti al mondo. Poi, un andamento con fortune alterne ha ricondotto il progetto XRP in secondo piano rispetto a Bitcoin e alle più promettenti altcoin che, per i critici più severi, avrebbe dovuto porre ai margini l’intera offerta strategica.

Oggi però la startup sembra potersi riproporre in modo molto più convinto sul mercato finanziario, affermando in modo fiducioso che banche statunitensi e altre istituzioni finanziarie del Paese hanno mostrato interesse nell’adottare la criptovaluta XRP nei loro pagamenti transfrontalieri. Ma come mai?

Il token non è un titolo finanziario

Il motivo di questo ottimismo è legato al fatto che un’attesa e storica sentenza ha stabilito che il token non è di per sé necessariamente un titolo finanziario, liberando così Ripple da un fardello piuttosto gravoso che aveva creato non poche difficoltà strategiche all’asset.

Ricordiamo infatti come negli ultimi tre anni Ripple abbia duramente combattuto contro la SEC per respingere le accuse secondo cui la società e due dei suoi dirigenti avrebbero condotto un’offerta illegale di 1,3 miliardi di dollari attraverso la vendita dei token XRP. Ripple ha contestato le accuse, insistendo sul fatto che XRP non possa essere considerato un titolo e che è più simile a una merce, piuttosto che a uno strumento finanziario.

Della querelle legale l’attività di Ripple ne ha evidentemente risentito, perdendo clienti e investitori: per esempio, MoneyGram – colosso statunitense dei trasferimenti di denaro – ha abbandonato la sua partnership con Ripple nel marzo 2021, mentre Tetragon – importante investitore britannico – ha venduto le sue partecipazioni in Ripple dopo aver tentato senza successo di fare causa alla società per riscattare il suo denaro.

Ora, la sentenza di un giudice di New York secondo cui XRP non è necessariamente un titolo finanziario, contestando in parte le richieste della Securities and Exchange Commission statunitense contro la società, sembra cambiare le carte in tavola.

Cosa farà ora Ripple

Rinvigorita dalle buone notizie, l’azienda di San Francisco ha affermato ora che intende iniziare i colloqui con le società finanziarie americane per l’utilizzo del suo prodotto On-Demand Liquidity (ODL), che utilizza XRP per i trasferimenti di denaro.

XRP è infatti un token che Ripple utilizza per spostare denaro, una sorta di valuta “ponte” tra i trasferimenti da una valuta fiat a un’altra per risolvere il problema della necessità di avere conti prefinanziati presso il destinatario del trasferimento per attendere l’elaborazione del denaro. Ripple afferma invece che XRP può consentire movimenti di denaro in una frazione di secondo.

Tuttavia, prima di abbracciare con troppo ottimismo quel che avverrà, si noti come la sentenza non rappresenti una vittoria totale per Ripple. Sebbene il giudice abbia dichiarato che XRP non è un titolo, infatti, ha anche affermato che alcune vendite del token si sono qualificate come transazioni di titoli.

Insomma, la lotta tra Ripple e la SEC non sembra essere giunta definitivamente a conclusione, ma la parte di sentenza che ha premiato XRP e la sua natura di merce, e non di titolo, può essere considerata un buon viatico per il futuro.

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