Cronaca

Lettera inviata a Renzi dai sindacati Grugliasco, tutte le motivazioni

FIOM LogoIn vista della riunione degli industriali torinesi che si svolgerà lunedì 30 giugno alla Maserati di Grugliasco e a cui parteciperà tra gli altri il presidente del Consiglio Matteo Renzi, i delegati e i lavoratori della Fiom-Cgil di Grugliasco e di Mirafiori hanno rivolto una lettera aperta al premier per chiedere un incontro per far conoscere il proprio punto di vista sui problemi dell’azienda, sui ritmi e sulle condizioni di lavoro, sul futuro del comparto auto a Torino e in Italia.

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A partire dalle ore 10, sarà presente, davanti all’ingresso di corso Allamano, un presidio dei lavoratori.
Federico Bellono, segretario provinciale della Fiom-Cgil, dichiara: «Sarebbe un’occasione persa per Renzi, venendo a Torino, se si limitasse a ascoltare la voce degli industriali e della Fiat e non anche quella dei lavoratori, tanto più alla luce delle vicende di questi giorni».

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Ecco il testo della lettera:

 

Egregio Presidente del Consiglio

In occasione della sua partecipazione alla riunione degli industriali torinesi, che si terrà alla Maserati di
Grugliasco il 30 p.v., siamo a richiederLe un incontro per illustrarLe direttamente il nostro punto di vista e
le nostre preoccupazioni sul futuro produttivo e occupazionale del comparto auto (e non solo) della
provincia di Torino.

Innanzi tutto partiamo dai nostri stabilimenti, cioè da Mirafiori e dalla Maserati di Grugliasco, da quello che
l’azienda chiama il “polo del lusso”.

In Maserati, come RSA FIOM-CGIL, in rappresentanza dei lavoratori, stiamo provando ad interloquire con
la Fiat per trovare soluzioni che permettano di rispondere positivamente alla richiesta del mercato, ma anche
alle esigenze dei lavoratori, con l’obiettivo di un incremento dei livelli occupazionali anche maggiore di
quello prefigurato dall’azienda.

Le ricordiamo che solo nel torinese ci sono ancora oltre 4.000 lavoratori di Mirafiori in cassa integrazione
praticamente a zero ore, a cui se ne aggiunge un numero ben più cospicuo nell’indotto e nelle altre realtà
del gruppo Fiat. E ad oggi proprio Mirafiori resta un emblematico punto interrogativo, perché agli annunci e
alle promesse di questi mesi (e di questi anni) non stanno seguendo i conseguenti investimenti.

Se facciamo riferimento alle ultime dichiarazioni del piano industriale FIAT, di cui molti punti non ci sono
chiari, abbiamo la preoccupazione che le vetture destinate (forse) all’area torinese e i loro volumi produttivi
rischiano di non essere sufficienti a saturare tutti gli addetti che sono in cassa integrazione. Servirebbe,
anche da parte del governo e delle istituzioni locali, farsi carico nei confronti dell’azienda di un confronto
stringente sulle prospettive future, che con i governi precedenti non c’è stato.
Diciamo questo perché quando tutti gli stabilimenti erano a pieno regime tra la Maserati (ex-Bertone), la
Carrozzeria di Mirafiori e la ex Pininfarina, si producevano oltre 280.000 vetture all’anno. Volumi ben
lontani da quelli ipotizzati da FIAT per l’area torinese.

Inoltre vorremmo anche parlarle di ciò che la crisi sta generando nella nostra città. A partire dal 2008
migliaia di persone hanno perso il loro posto di lavoro, soprattutto a causa della crisi dell’auto. Diverse
aziende hanno chiuso i battenti, sono fallite, hanno licenziato trascinando verso il basso non solo la filiera
produttiva dell’automotive ma anche l’economia generale della nostra città. Lo ricordava, giustamente, pochi
giorni fa anche l’arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia che sottolineava come “sempre più persone in
difficoltà chiedono se in questa città c’è ancora posto per loro e molti si trovano senza risorse”. Purtroppo
questo stillicidio non è ancora terminato poiché giornalmente ci sono aziende che licenziano e molti stanno
per perdere il loro posto di lavoro come i 900 lavoratori della De Tomaso.

I problemi ci sono e vanno affrontati con tutti cercando sempre soluzioni condivise. Purtroppo è un periodo
in cui troppi pensano di avere la verità in tasca e sono poco disponibili al confronto escludendo
aprioristicamente coloro che hanno dei punti di vista differenti, ma non per questo indisponibili a trovare soluzioni, come è successo ancora l’altro giorno proprio alla Maserati in occasione della visita del dott.
Marchionne dove all’incontro con le RSA di stabilimento sono stati esclusi quelli della Fiom-Cgil.

Noi pensiamo che il confronto, l’ascoltarsi, il rispetto reciproco siano la condizione da cui partire se davvero
si vogliono trovare delle soluzioni in grado di dare risposte alle persone.

In attesa di incontrarla direttamente ed approfondire questi temi la salutiamo cordialmente.

 

Torino, 27 giugno 2014
Delegate e delegati, lavoratrici e lavoratori
della Fiom della Maserati e di Mirafiori

 

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Massimiliano Rambaldi

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