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Furti in abitazione Cuorgnè, hanno rivenduto bottino ai compro oro

800px-Berretto_CarabinieriOgni furto era preceduto da un accurato sopralluogo sull’obbiettivo, le cui informazioni venivano apprese direttamente, per via di lavori edili personalmente svolti dai componenti della banda, o indirettamente, da persone a loro collegate. Secondo quanto spiegato, l’ingresso nelle case da svaligiare avveniva, quasi sempre di notte, mediante l’eliminazione dei pannelli delle porte o dei vetri delle finestre. Questa mattina, i Carabinieri della Stazione di Cuorgnè, dopo mesi di indagini, hanno fermato tre uomini  ritenuti responsabili di furti in abitazione. Gli indagati andavano alla ricerca di eventuali casseforti da “smurare” e utilizzavano sempre i guanti, per non lasciare impronte digitali.
L’attività d’indagine condotta dai militari, sotto la direzione della Procura di Ivrea, è iniziata nel maggio 2015 e si è conclusa nel novembre scorso con l’accertamento dell’esistenza di una banda criminale italo-albanese specializzata in furti in abitazione a Cuorgnè e Alto Canavese.
Nello specifico, i militari hanno individuato i tre come i presunti autori di (almeno) due furti in abitazione, avvenuti il 22 e il 24 maggio scorsi a Cuorgnè, frazione Salto. In entrambi i casi erano stati rubati numerosi orologi, monili in oro, bigiotteria, telefoni cellulari di marca, il tutto per un valore complessivo di circa 10.000 euro. La refurtiva è stata venduta ai compro oro della zona. Dalle attività tecniche è emerso che gli indagati, temendo di essere intercettati al telefono, utilizzavano un linguaggio criptato numerico (Sequenze di numeri senza alcun senso inserite nei loro discorsi, ndr) e schede telefoniche intestate a persone inesistenti o comunque a soggetti non a loro riconducibili.
La banda è accusata di due furti, ma si ritiene che possa aver commesso almeno 20 furti, due colpi alla settimana, intervallati da numerosi sopralluoghi, realizzati con lo stesso modus operandi e compiuti ai danni di altre abitazioni di Cuorgnè e dell’alto Canavese.
Massimiliano Rambaldi Foto: wikipedia.org

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