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Coronavirus Piemonte, le notizie dalla Regione del 31 marzo

Ore 19.30. Il protocollo per le strutture assistenziali. È stato firmato oggi da Regione Piemonte,Unità di Crisi, Prefetture, Province e Città metropolitana di Torino il protocollo d’intesa per le ulteriori misure di contenimento e le indicazioni operative sull’assistenza territoriale e nelle strutture assistenziali e socio-sanitarie, comprese le case di riposo.

Accanto al monitoraggio continuo e capillare già realizzato nelle Rsa piemontesi e al recente rilascio della Piattaforma Covid 19 per verificare lo stato di salute dei cittadini positivi (in quarantena e guariti), la Regione Piemonte valuterà la possibilità di un programma di graduale monitoraggio sierologico del personale e degli ospiti attingendo ai 300.000 test sierologici acquistati, che saranno seguiti dai tamponi nei casi necessari. Particolare attenzione viene posta anche al personale.

Ore 19.30. I guariti sono 127. L’Unità di Crisi della Regione Piemonte comunica che il numero dei pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, è salito a 127 (+39 rispetto a ieri), cosi suddiviso su base provinciale: 10 Alessandria, 10 Asti, 6 Biella, 15 Cuneo, 8 Novara, 59 Torino, 13 Vercelli, 3 Verbano-Cusio-Ossola, 3 provenienti da altre regioni. Altri 257 sono “in via di guarigione”, cioè risultati negativi al primo tampone di verifica dopo la malattia e attendono ora l’esito del secondo.

Ore 19.30. Cinquantanove decessi. Sono 59 i decessi di persone positive al test del Coronavirus Covid-19 comunicati stasera dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte: 14 in provincia di Alessandria, 2 in provincia di Asti, 5 in provincia di Cuneo, 4 in provincia di Novara, 32 in provincia di Torino, 1 nel Verbano-Cusio-Ossola, 1 proveniente da fuori regione.

Il totale è ora di 854 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 170 ad Alessandria, 37 ad Asti, 69 a Biella, 58 a Cuneo, 108 a Novara, 303 a Torino, 46 a Vercelli, 48 nel Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 15 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

Ore 19.30. Il bollettino dei contagi. Sono 9.418 le persone finora risultate positive in Piemonte: 1.347 in provincia di Alessandria, 438 in provincia di Asti, 494 in provincia di Biella, 751 in provincia di Cuneo, 797 in provincia di Novara, 4.512 in provincia di Torino, 473 in provincia di Vercelli, 393 nel Verbano-Cusio-Ossola, 87 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 126 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale. I ricoverati in terapia intensiva sono 458. I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 28.918, di cui 16.628 risultati negativi.

Ore 18.45. Da lunedì la produzione dei reagenti. L’assessore all’Innovazione e alla Ricerca, Matteo Marnati, ha informato oggi il Consiglio regionale che inizierà lunedì la produzione in autonomia dei reagenti necessari per il test sul contagio: “Nelle tre Università si sta lavorando alacremente. Domani ci sarà il test preliminare e dalla prossima settimana potrà iniziare una produzione senza limiti a prezzi molto più bassi di quelli del mercato”.

Ore 18.30. Tamponi in ambulatorio o in auto per i pazienti in convalescenza. L’assessore Luigi Genesio Icardi ha comunicato la modalità di gestione dei pazienti Covid-19 clinicamente guariti e in isolamento domiciliare che devono accedere ai tamponi di controllo per tornare in piena attività: “Per eseguire i test di conferma virologica della guarigione saranno convocati dal servizio di Igiene e Sanità pubblica della loro azienda sanitaria locale e informati sulle modalità da seguire. Verrà chiesto loro di recarsi, muniti di mascherina, in appositi ambulatori o camper, mentre in altri casi potrebbero ricevere la prestazione rimanendo a bordo della propria automobile, secondo la modalità ‘drive-through’. Tutto ciò, con un notevole risparmio di tempo, energie e utilizzo di dispositivi di protezione individuale da parte degli operatori sanitari, oltre che a vantaggio di una migliore razionalizzazione del servizio. In questo modo velocizziamo e aumentiamo le prestazioni di esecuzione dei tamponi rino-faringei, alleggerendo il carico di lavoro degli operatori, che altrimenti dovrebbero recarsi al domicilio dei pazienti”.

Ore 17.15. Risorse per le realtà sportive. Per venire in aiuto alle associazioni sportive piemontesi, in grave affanno, la Regione ha deciso di stanziare 4 milioni di euro che permetteranno a chi promuove lo sport locale di sopravvivere alla crisi dovuta al Coronavirus.

“Purtroppo il decreto Cura Italia non ha tenuto conto delle tante realtà che promuovono lo sport e che per colpa della crisi rischiano gravi conseguenze. Gli euro su questo capitolo stanziati dal Governo ammontano a zero. Per ovviare a questo grave problema abbiamo deciso di destinare 4 milioni a tutto il mondo dello sport piemontese – afferma l’assessore regionale allo Sport e alla Sicurezza, Fabrizio Ricca – Se questo mondo non ha il supporto delle istituzioni rischia di essere cancellato. La stessa cosa può capitare a numerosi eventi già in programma. Per questo con i fondi individuati vogliamo dare ossigeno a realtà che spesso vivono della passione dei loro soci e che con questi soldi potranno pagare gli affitti e gli stipendi dei collaboratori”. La delibera passa ora all’esame della competente Commissione del Consiglio regionale.

Ore 17.10. Straordinari della Polizia locale. La Regione ha stanziato 500.000 euro per pagare gli straordinari della Polizia locale impegnata in funzioni di controllo del territorio e di vigilanza per far rispettare le norme legati all’emergenza. “Ottenuto che la Polizia locale fosse impegnata in strada, ci sembra giusto che gli agenti possano svolgere il loro compito sicuri del fatto che le istituzioni copriranno le spese legate al lavoro straordinario”, dichiara l’assessore alla Sicurezza, Fabrizio Ricca..

Ore 13.30. La prima linea i comportamenti delle persone. In Consiglio regionale è poi intervenuto l’assessore alla Sanità, Luigi Icardi, dichiarando che “la sanità è la seconda linea, la prima sono i comportamenti delle persone. Se ci sono falle, rischiamo di essere travolti”.

Ha poi fornito alcuni dati: la classe di persone più colpita è quella dai 40 ai 70 anni, mentre tra gli ultra70enni si registra il maggior numero di decessi; i primi 500 decessi sono stati tutti di persone pluripatologiche tranne 28, e solo 9 erano in buono stato salute, e quindi il Covid è concausa e non causa della morte.

Ore 12.50. Dall’emergenza una lezione importante. A conclusione dell’intervento in Consiglio regionale, il presidente Cirio ha affermato che “da questa emergenza abbiamo imparato quanto sia importante la medicina di territorio e abbiamo appreso lezioni sui tagli: sono risorse che vengono a mancare, e te ne rendi conto solo nell’emergenza. Eravamo la penultima Regione italiana per posti in terapia intensiva in rapporto al numero di abitanti, oggi siamo la seconda, in quanto siamo passati da 287 a 565 posti. Il sistema sanitario piemontese si sta ingegnando, ogni sala operatoria che si chiude con grande sacrificio si traduce in due, tre o quattro posti letto in terapia intensiva. Nella gravità il sistema ha risposto, perché con persone di valore abbiamo una sanità di valore”.

Ore 12.40. L’ordinanza sarà prorogata. Il presidente Alberto Cirio ha anticipato in Consiglio regionale che la sua ordinanza sulle misure di contenimento del Coronavirus sarà senz’altro prorogata oltre il 3 aprile. La nuova scadenza potrebbe essere fissata al 14 o al 20 aprile e sarà decisa probabilmente giovedì dopo un incontro con i capigruppo: “Abbiamo fatto una scelta di rigore fin dall’inizio, e così siamo andati avanti adottando misure più restrittive di quelle nazionali ancorate tutte al 3 aprile, ma ora è evidente che questa data non potrà essere rispettata. Tornare a normalità il 3 aprile sarebbe una follia. Si tratta ora di vedere per quanto tempo prorogare”.

Ore 12.20. Misure per le famiglie in difficoltà. Il presidente Cirio ha poi annunciato di aver chiesto agli assessori competenti di predisporre delle misure per dare a chi non ha uno stipendio o un reddito le risorse necessarie per fare la spesa: “Abbiamo l’obbligo di aiutare le famiglie bisognose. Deve essere il primo dei nostri impegni. Chiediamo a tutti di stare a casa, così assisteremo a un graduale rallentamento del contagio del quale abbiamo già i primi segnali. Ma questo vuole dire che molte persone si troveranno senza soldi, e si arriverebbe presto a un rischio davvero difficile da gestire. C’è uno sforzo che dobbiamo fare con urgenza, studiare misure sociali straordinarie: o diamo i soldi direttamente alle famiglie o presto tante non avranno più i soldi per fare la spesa”.

Ore 12.15. Iniziative per l’economia. Nel suo intervento in Consiglio regionale il presidente Cirio ha anche ricordato che è stato costituito un gruppo di lavoro e un meccanismo di dialogo continuo con tutte le categorie produttive che produrrà le misure per realizzare gli effetti del Piano per la Competitività in tre-quattro mesi anziché nei due previsti prima dell’emergenza, “in modo da dare una liquidità reale alle imprese.Aspettiamo di capire quali saranno le misure del Governo per integrarle”.

Ore 12. Occorrono poteri straordinari. Il presidente Alberto Cirio ha dichiarato nel corso della seduta odierna in videoconferenza del Consiglio regionale che occorrono poteri straordinari per gestire l’emergenza Coronavirus: “Con le regole vigenti tra due anni saremmo ancora qui. Per agire in tempi rapidi, come è assolutamente necessario, abbiamo bisogno di poteri straordinari, come è stato fatto per la ricostruzione del Ponte Morandi. Al sindaco di Genova è stato concesso di derogare a una serie di norme, il che gli permetterà presto di inaugurare il nuovo ponte”.

“Chiedo dunque al Consiglio regionale – ha aggiunto – di valutare l’approvazione di un documento perché io possa chiedere al Governo poteri straordinari. Senza di essi rischiamo che tutto il lavoro venga ritardato, ma i tempi sono di grande urgenza. Se non allentiamo le regole, soprattutto in vista della ricostruzione post emergenza, rischiamo di trovarci pericolosamente impantanati nella burocrazia”.
Notizie: Ufficio Stampa Regione Piemonte

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